Il Salone dei ’500 in musica. Morello, l’umanità via social: "Abbiate gli occhi dei bambini"

L’operatore umanitario e influencer fa cantare il pubblico sulle note di ’Imagine’ "Innamorato dell’infanzia, del valore che può portare in un contesto dove rompere le barriere".

Il Salone dei ’500 in musica. Morello, l’umanità via social: "Abbiate gli occhi dei bambini"

L’operatore umanitario e influencer fa cantare il pubblico sulle note di ’Imagine’ "Innamorato dell’infanzia, del valore che può portare in un contesto dove rompere le barriere".

"Siate folli, siate ciechi, siate bambini". Parola di Pietro Morello, il noto musicista, operatore umanitario e influencer che fa cantare il Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio sulle note di ’Imagine’. Classe 1999, torinese, Morello ha conquistato milioni di follower grazie al suo impegno umanitario che racconta con entusiasmo e con la meraviglia negli occhi, quella meraviglia tipica dei più piccoli. E proprio dei bambini è innamorato: della loro capacità di vedere e affrontare la vita, della loro capacità di sognare e di insegnare a farlo agli adulti. "Sono innamorato dell’infanzia, del valore che può portare in un contesto in cui voglio rompere le barriere" dice Morello dal palco di Luce!, intervistato da Cristina Privitera, vicedirettrice de La Nazione. E proprio per questo, nel corso degli ultimi anni, ha dedicato la sua vita alla cura e al sostegno dei bimbi che popolano i reparti ospedalieri e le zone di guerra.

"I miei genitori sono pedagogisti e mia sorella è una maestra. Io però sono un po’ uscito dagli schemi viaggiando, unendo infanzia, musica e viaggi ai contesti ospedalieri. Il tutto condito da tanta voglia di condividere" racconta dal palco di Luce!, intervistato da Cristina Privitera, vicedirettrice de La Nazione. Se oggi è divulgatore e musicista, da piccolo Morello voleva fare l’inventore. "Avevo visto il film ’Il giro del mondo in ottanta giorni’, in cui il protagonista inventava tante cose e io volevo fare come lui" prosegue l’artista ricordando che tutto è partito dal suo impegno come operatore sanitario. "Anche la musica è partita da lì, con l’esperienza che i bambini ti regalano. Loro si portano la musica dentro e la trasmettono. Poi, con i social, le cose sono esplose e oggi mi seguono 3 milioni e 700.000 follower" dice. Poi, restando solo con il pubblico, racconta una delle tante esperienze con i bimbi malati. "Vorrei portarvi a trovare una bambina, Sara" esordisce. "Domando sempre ai bimbi cosa vogliono fare da grandi. Ma quando un bambino si trova in un reparto terminale di ospedale o in una zona di guerra cosa può risponderti? Bene, Sara mi ha risposto: ’Voglio fare il medico per inventare un macchinario che mi faccia dormire la notte, perché così non riesco a dormire. Ma se non lo farò io chi lo farà?’ Mentre stavo cercando risposte razionali, ecco Matteo, sette anni, che risponde al posto mio: ’Lo faccio io’. E non importa se lui lo farà davvero o no, il suo essere bambino lo ha portato a dire una cosa così bella. Ho dimenticato di specificare che Sara era completamente cieca per colpa della malattia, e che accanto a sé aveva campioncini di tanti profumi diversi. Mi diceva: ’Ascolta il profumo, sa di pepe, di ragazza vestita di bianco che si scalda davanti a un falò’" racconta Morello ammettendo che quella immagine non riusciva a vederla con gli occhi di un adulto. "Ma ho cercato di generare in me questa sinestesia tornando bambino, usando la vista di Sara. E alla fine ho percepito la ragazza vestita di bianco che si scalda accanto a un falò. Lei ha fatto nascere dei brani e delle musiche che vorrei farvi percepire. Vorrei che non le sentiste con le orecchie, ma che percepiste soltanto la sinestesia. Siate ciechi, siate bambini per un attimo. Cercate di capire perché alcune note di questo brano hanno senso di esistere" continua sedendosi al pianoforte ed eseguendo il brano ’Filosofia’. Quindi propone un gioco ai presenti in sala che solitamente fa con i bambini, per insegnargli la musica. "Siate folli e stupidi per un attimo: cantate" dice per poi intonare con il pubblico ’Imagine’ di John Lennon.

Ovviamente anche Morello esprime il suo pensiero sull’IA. "È un tema che va diviso in due grandi macro aspetti: da una parte rappresenta ciò che abbiamo già tra le mani e che avremo nel futuro; dall’altra l’importanza di insegnare come utilizzare questo grande potenziale, perché senza le corrette istruzioni potrebbe diventare uno strumento di controllo. Dobbiamo impegnarci perché venga usato come strumento di prevenzione delle guerre e di progettazione di nuove tecnologie che salvino la vita, piuttosto che distruggerla".

Barbara Berti

Caterina Ceccuti