REDAZIONE FIRENZE

Il settore della pelletteria in crisi. Le aspettative delle imprese:: "Più servizi e meno burocrazia"

Andrea Bacci, proprietario della Ab Florence, sulle attuali difficoltà e sul ruolo della politica "Quando sento parlare di certificazioni e legalità come strumenti utili mi viene da sorridere".

Qui sopra una foto della scuola di pelletteria toscana, in alto l’imprenditore Bacci

Qui sopra una foto della scuola di pelletteria toscana, in alto l’imprenditore Bacci

"Quella della pelletteria è una crisi mondiale, le istituzioni dovrebbero prenderne atto e spingere per rimuovere gli ostacoli che sono dovuti alle loro competenze, altro che tavoli". Quella di Andrea Bacci è una voce fuori dal coro tra coloro che puntano a dare soluzioni allo stallo del comparto moda. La sua azienda, Ab Florence è una delle più titolate del distretto con quasi 24milioni di euro di produzione nel 2023, 14 milioni di costi operativi e 4,5 milioni in valore distribuito al personale che supera le 100 unità. "Quando sento la politica che parla di certificazioni e legalità come strumenti per rigenerale il settore – ha detto Bacci – mi viene da sorridere. Mi domando se sappiano di cosa stanno parlando, visto che tutte le aziende coinvolte in una filiera hanno l’obbligo delle certificazioni. La nostra azienda è certificata Iso 9001 dal 2012, Fsc dal 2013 e dal 2021 abbiamo la Sa 8000 e l’Iso 14001. Non penso di essere il solo su piazza".

Ma cosa si aspettano allora gli imprenditori?

"Di certo che la politica sia ‘utile’ invece di continuare a usare strumenti come i tavoli, dove si parla e non si sostengono le imprese. La politica ha il compito di sostenere l’impresa tagliando la burocrazia, curando e realizzando progetti di infrastrutture e servizi per rendere migliore la vita di chi intraprende e lavora. Basti guardare cosa sta succedendo qui a Scandicci: mancano parcheggi per la zona industriale, le auto si fermano nel fango, si accatastano ormai da anni. Lo sanno? Certo, ma non s’è ancora visto un progetto. C’è uno svincolo che migliorerebbe l’accesso all’autostrada, togliendo il traffico, ma non lo si realizza. Invece di parlare di problemi che non conosce, la politica dovrebbe sostenere le aziende dando servizi".

Ma tecnicamente come si esce da questo stallo?

"La crisi è mondiale. La partita si gioca a livello globale. Qui ci sono le migliori competenze. Dobbiamo stringere i denti, sfruttare le risorse accumulate in questi anni, e tenere duro fino a quando le esportazioni non riprenderanno. Le imprese sanno attraversare queste fasi di stagnazione, ma la burocrazia ci accompagna da sempre. Io sto aspettando delle autorizzazioni per un capannone da 4 anni. Si dovrebbero capire come azzerare i tempi di attesa delle pratiche in capo alla politica, altro che tavoli in cui la politica spiega all’impresa cosa deve fare per uscire dal guado".

Fabrizio Morviducci