FABRIZIO MORVIDUCCI
Cronaca

Il sistema moda non esce dal tunnel: "Export e fatturato sempre più giù"

Appello di Filctem Cgil Toscana: "Si trovino soluzioni che consentano di salvaguardare occupati e imprese"

Il sistema moda non esce dal tunnel: "Export e fatturato sempre più giù"

Gianluca Persico (Filctem Cgil Toscana) lancia ancora un campanello d’allarme per uno dei settori più importanti dell’economia toscana

"L’occasione è unica, salvaguardare l’eccellenza ed il patrimonio della moda italiana evitando di commettere errori già fatti in altri settori dove il Paese eccelleva e che non ha tutelato a dovere. La lezione dovremmo averla imparata". E’ Gianluca Persico (Filctem Cgil Toscana) a lanciare ancora un campanello d’allarme per la crisi del sistema moda: "Anche in Toscana si rischia di decimare un tessuto produttivo. Non ci stiamo, insistiamo a chiedere che si trovino soluzioni che consentano di salvaguardare occupati e imprese che stanno terminando la cassa integrazione, soluzioni che consentano di poter arrivare vivi alla ripresa produttiva".

Nel comparto moda, i settori più a rischio sono le pelli e le pelletterie, la concia, il tessile. Settori che nei primi mesi del 2024 hanno registrato la peggiore performance dei settori del Made in Italy, si va da un calo produttivo nazionale su base annua dell’8,8% con una grave e preoccupante accentuazione nel periodo pre-feriale del 9,3%, con punte nel settore della pelle che arrivano addirittura in doppia cifra. E sono i più piccoli, le imprese artigianali soprattutto che rischiano di più.

Nell’ultimo semestre secondo le associazioni di categoria dell’artigianato gli indicatori economici presentano un rallentamento del fatturato e una stagnazione dell’occupazione. Già a fine marzo, Filctem insieme a Femca Toscana e Uiltec Toscana, avevano inviato una richiesta di convocazione di un tavolo di unità di crisi alla Regione Toscana e successivamente, a metà maggio, una successiva richiesta di convocazione ai ministeri competenti. L’obiettivo dei sindacati era e resta quello di alzare il livello di attenzione sulle criticità che affliggono il settore della moda, ed in particolare quei settori manifatturieri come il tessile, la concia, le pelli e le pelletterie.

Perché i problemi sono molteplici: con il calo dei consumi interni è arrivata anche una rilevante riduzione dell’export. La crisi del commercio internazionale pesa fortemente sulle vendite all’estero: se nel 2023 il valore dell’export ha ristagnato sul -0,3%, il 2024 non registra condizioni migliori. "Come Filctem Cgil Toscana – ha detto Persico – non ci stiamo e non accettiamo di veder distruggere dei settori rilevanti per l’economia del territorio e per i livelli occupazionali che impiega, non ci stiamo a veder distruggere professionalità, competenze, storia, passione e inventiva a scapito delle produzioni di massa fatte nei paesi stranieri dove non si rispettano ambiente e diritti dei lavoratori e delle persone. È per questo che ancora insistiamo a chiedere che si trovino soluzioni che consentano di salvaguardare occupati e imprese che stanno terminando la cassa integrazione, soluzioni che consentano di poter arrivare vivi alla ripresa produttiva".

In Toscana, come nel resto del Paese, non si vedono al momento spiragli per uscire dalla crisi. E andando avanti a questi livelli il rischio è di decimare questo tipo di tessuto produttivo perdendo un saper fare che è stato il motore della crescita di quei brand che hanno strutturato l’attuale sistema produttivo. "Ora, se decidiamo che tutto ciò è inutile – ha concluso Persico – e non costituisce una ricchezza per il nostro Paese o per la nostra Regione, bene, attendiamo con calma che la crisi finisca e ripartiremo da ciò che resta".