GIOVANNI BALLERINI
Cronaca

Il sogno ’proibito’ dei Negramaro. Sangiorgi: "Suonare allo stadio"

Folla di fan al firmacopie dell’album ’Free Love’. "Un disco che ricorda il sound delle nostre origini"

Il sogno ’proibito’ dei Negramaro. Sangiorgi: "Suonare allo stadio"

I Negramaro durante l’incontro con i fan alla Feltrinelli Red

"Liberi di amare e di amarsi, nell’accezione più pura e ancestrale del termine. Una lotta continua e aperta tra l’uomo che vorrei essere e l’animale che mi porto dentro". Così definisce Giuliano Sangiorgi ’Free love’, il nono album in studio, registrato negli storici Hansa Studios di Berlino e appena pubblicato da Sugar Music, che i Negramaro hanno presentato ieri pomeriggio alla Libreria Feltrinelli Red di Piazza della Repubblica, incontrando i loro tanti fan e firmando le copie dei cd e vinili. La band salentina, che in questo disco ha inserito anche pezzi nati in collaborazione con Aiello, Malika Ayane, Niccolò Fabi, Elisa,Tiziano Ferro, Fabri Fibra, Jovanotti e JJ Julius Son, sarà in concerto il 12 ottobre 2025 al Nelson Mandela Forum di Firenze, ma intanto sentiamo le opinioni di due cardini del gruppo: Giuliano Sangiorgi e Danilo Tasco.

Che rapporto avete con Firenze?

"Abbiamo sempre riscontrato un calore strepitoso a Firenze. Ancora prima dei Palasport strapieni, (ogni volta che veniamo ne facciamo tre, quattro in tutta la Toscana) è sempre stato bellissimo. A Sanremo 2005, eravamo fra le giovani proposte, non eravamo nemmeno fra i big però suonavamo in giro. A Firenze ci accolse una Flog strapiena, con un sold out ancora prima di calcare il palco di Sanremo. È scoccato un grande amore con il pubblico fiorentino da quel momento in poi: ogni volta che siamo passati a Firenze, è stato sempre un exploit. Uno dei nostri sogni è anche di suonare prima o poi allo stadio di Firenze. Non l’abbiamo ancora mai fatto. Intanto con questi instore ci godiamo l’abbraccio dei nostri fan".

’Free love’ è un album più rock rispetto ai precedenti?

"Dopo una fase che abbiamo attraversato che era un po’ più sperimentale, dove ci è piaciuto anche lanciarci in linguaggi più vicini all’elettronica o ad altri mondi, con questo disco effettivamente c’è stato un naturale ritorno ad un sound che ricorda un po’ più le nostre origini".

Per questo cantate la libertà di amare e di amarsi?

"Sì, forse un po’ per necessità, visto anche il periodo. Accanto ad amore e libertà e aggiungierei anche una terza parola magica, che è pace. In realtà oggi bisogna ribadirla proprio perché c’è necessità di farlo. È come accendere un riflettore sulla libertà assoluta, sulla libertà relativa nei confronti degli altri, sul rispetto degli altri, sulla pace, su tutte parole, parole che sembrerebbero semplici, ma che oggi sono diventate divisive ed è strano che lo siano".