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Il suicidio a Sollicciano. L’estradizione negata e i ’fantasmi’ di Salem

Tra quattro giorni ci sarebbe stata l’udienza di appello. Nel 2023 il detenuto aveva chiesto di scontare la pena in Egitto. Disposta l’autopsia .

Salem Ibrahim Khaled aveva 25 anni

Salem Ibrahim Khaled aveva 25 anni

di Pietro Mecarozzi

Tra quattro giorni avrebbe dovuto presentarsi in aula davanti ai giudici della corte di Appello di Firenze. Lì, il suo legale Demetrio Laganà, avrebbe provato a ribaltare la condanna di primo grado a tre anni e tre mesi di reclusione, e ottenere almeno i domiciliari. In aula Salem Ibrahim Khaled, però, non è mai entrato. Perché giovedì pomeriggio, intorno alle 19, ha deciso di togliersi la vita nella sua cella di Sollicciano. Lo ha fatto impiccandosi con un laccio costruito artigianalmente. Ci aveva già provato, senza riuscirci.

Dietro le sbarre non voleva rimanerci, Salem. In Italia non voleva rimanerci. "Prima della condanna – spiega l’avvocato Laganà – abbiamo chiesto l’estradizione in Egitto. Il ragazzo voleva tornare dai suoi genitori, a Firenze era solo, aveva qualche amico, ma non se la passava bene. Il giudice decise però per un’estradizione al termine di espiazione della pena".

Recluso per una tentata rapina con coltello (con il quale poi colpì la vittima), il fine pena era previsto per il 2027, anche se dopo un anno passato nel penitenziario fiorentino le speranze di poter trasformare la misura cautelare nei domiciliari erano molte. "Ci siamo incontrati in cercare poco prima di Natale – continua Laganà –, abbiamo parlato del processo, gli ho spiegato che c’erano buone probabilità di uscire dal carcere, era tranquillo, mi ha sorriso. Non riesco a spiegarmi quanto accaduto".

Il ragazzo era in contatto con la famiglia in Egitto: chiamava spesso i suoi genitori, raccontava le sue giornate tutte uguali, le sue crisi, le poche amicizie e i fantasmi di una vita che le stava scivolando via. "Non mi ha mai parlato delle condizioni di Sollicciano", aggiunge il legale, "ma continuava a lamentarsi perché non andava d’accordo con gli altri detenuti". Salem era recluso nel reparto di accoglienza e aveva compiuto in passato gesti autolesionistici, motivo per cui era tenuto in osservazione. La pm Linda Gambassi, intanto, ha disposto l’autopsia sul corpo del giovane prima di riconsegnarlo alla famiglia, che si è già mossa per il rimpatrio della salma.

"Sono rimasto molto colpito stamani nel leggere di un ragazzo di 25 anni suicida – ha invece commentata il presidente della Toscana, Eugenio Giani –. Sono veramente troppi i suicidi nelle carceri italiane. Noi ci dobbiamo preoccupare delle nostre, in Toscana, chiederò un incontro al ministro della Giustizia perché si possa dare il senso di una svolta da un punto di vista delle condizioni carcerarie".

Nel 2024 sono stati 64 i tentati suicidi nel carcere fiorentino, e due i detenuti che si sono tolti la vita. "È un carcere del tutto inadeguato per le funzioni che deve svolgere – dice l’assessore al welfare del Comune di Firenze, Nicola Paulesu –. Inaccettabile per Firenze. La commissione politiche sociali e della salute, sanità e servizi sociali è al lavoro per approfondire e relazionare in consiglio comunale in merito all’attuale stato di Sollicciano".

E ancora: "Per l’amministrazione lo abbiamo detto molte volte, Sollicciano va completamente riformato - aggiunge -, non ha le condizioni minime di dignità per chi sta scontando una pena e per quelli che ci lavorano".

Per Sollicciano, con la direttrice Antonella Tuoni assente per malattia, Il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (Dap) ha nominato due nuovi vicedirettori che dovrebbero entrare in servizio nei prossimi giorni. Si tratta di Valentina Angioletti e Valeria Vitrani.