REDAZIONE FIRENZE

Il tesoro artigiano di via dei Velluti

Via dei Velluti è una strada che ricorda Firenze di un tempo, con botteghe di artigiani di grande qualità artistica. La Regione e il Comune devono salvaguardare queste attività, trasmettendo l'antica sapienza artigiana alle nuove generazioni.

’unica strada che ricorda come era Firenze nei bei tempi andati, quando la città era un po’ più povera, ma più felice di adesso. Via dei Velluti è incastrata fra via Maggio e via Toscanella e ci sono ancora delle botteghe di artigiani di grande qualità artistica. Larga poco più di tre metri, qui si possono riscoprire questi antichi mestieri praticati anche da grandi artisti del Rinascimento.

Andrea Rabbi è stato per lungo tempo il restauratore degli strumenti del Museo della scienza "Galileo Galilei". Ora in pensione, espone per passione nella sua vecchia bottega di falegname, un tempo occupata dallo zio Alberto Ulivelli, delle piccole opere d’arte, dei cannocchiali fatti con del cartone riciclato, che sembrano risalire al XVII secolo. Un bellissimo Pinocchio mignon realizzato con carta igienica colorata di rosso bianco e verde, stecchini di un gelato e, per testa, una nocciola. Da questo mix di elementi viene fuori un Pinocchio perfetto.

Accanto a lui c’è la bottega di Renato Olivastri, artigiano intarsiatore, che lavora e insegna questo antico e difficile mestiere, dove il legno e i metalli sono gli elementi fondamentali della creazione artistica.

Di fronte c’è la bottega di uno scultore intagliatore, Luigi Mecocci, di 86 anni: bravo, intelligente, modesto e capacissimo nel rifinire nelle sculture, mani e piedi, che in quell’arte sono le forche caudine degli intagliatori e degli scultori. Infine c’è la bottega di Enrico Giannini, di una dinastia degli artisti della carta e del libro, risalente alla Firenze del 1856. Geniale anche lui come gli altri colleghi. Uomini ormai sulla via di estinzione in una Firenze di negozi di abbigliamento, gelaterie, bar e ristoranti.

Al di là delle parole, la Regione il Comune dovrebbero porre maggiore attenzione della salvaguardia di queste attività, impedendo che i locali occupati dagli ultimi artigiani, si trasformino in un B&B o in un ristorante. La Regione dovrebbe, con il Liceo artistico di Porta Romana e istituti come Palazzo Spinelli, trasmettere l’antica sapienza artigiana alle nuove generazioni.