di Gabriele ManfrinFIRENZE"Tutelare le zone di pregio, con un occhio di riguardo per il centro storico e i viali". I fiorentini hanno le idee chiare quando ipotizzano le porzioni di città dove rimuovere o sfoltire i pali della tramvia. L’annuncio del Comune sulla possibile eliminazione di una parte dei tralicci del tram (indispensabili per il funzionamento del sistema) grazie alla partecipazione a un bando ministeriale per inserire nuovi mezzi a batteria, ha riacceso il dibattito. La prospettiva resta un’ipotesi, ma i tralicci, spesso oggetto di critiche per il loro impatto visivo e per lo spazio che occupano, grazie a una cifra di 20 milioni, potrebbero ora sparire davvero restituendo ai rioni un’armonia estetica maggiore.
Per molti cittadini, la priorità è il centro. E Stefano Berni lo dice chiaramente: "È da tutelare più di ogni altra zona. Se si deve sfoltire un’area, la nuova linea che attraversa il cuore della città è la scelta giusta". Un’opinione condivisa anche da Gregorio Matucci, che allarga il discorso a Santa Maria Novella: "Resta un nodo critico ed è il primo impatto che si ha con Firenze. I pali sembrano un groviglio e peggiorano l’aspetto, creando caos e disordine". Ma l’attenzione richiesta non è solo per il centro. Dario Coroi sottolinea l’importanza di preservare i quartieri di pregio, dove i pali e i cavi sono percepiti come un elemento di disturbo: "Dove i palazzi sono storici, quei cavi stonano e spezzano l’armonia delle facciate. Zone come lo Statuto o, guardando avanti, anche Gavinana meriterebbero un intervento simile".
Un punto di vista che trova eco in chi mette nel mirino i viali, dove il tema non è solo estetico ma anche di viabilità. Edoardo Pecora fa l’esempio di viale Nenni: "Qui, magari, grazie allo spazio liberato si potrà creare una svolta, migliorando il traffico e la sicurezza stradale. Sarebbe un’occasione per ripensare gli incroci più problematici". Francesco Martini riflette su piazza Paolo Uccello: "Potrebbe riprendere pregio e sembrare meno oppressa. La presenza dei pali e dei cavi accentua un senso di chiusura, forse potrebbe tornare a respirare". Leonardo Masi, invece, richiama l’attenzione sugli snodi strategici: "Si dovrebbe intervenire su viale Lavagnini, soprattutto nel tratto vicino alla Fortezza. È un ingresso fondamentale alla città e l’impatto visivo dei pali non è certo dei migliori". Ma non mancano le polemiche, soprattutto sui social. In molti accusano il progetto tramvia "di essere già vecchio prima di essere finito". Anche Brian Marinai è critico sui tempi: "Bene, ma era da fare prima. È chiaro che il problema fosse noto da tempo, e ora si corre ai ripari. Spero che sulle future linee si possa minimizzare l’impatto già in fase di progettazione".
C’è poi chi guarda alla sostenibilità ambientale. Palmiro Squatriti si augura che la rimozione dei pali porti più verde: "Se lo spazio guadagnato venisse utilizzato per alberi o piante, ne beneficerebbe tutta la linea, sia per l’estetica che per la qualità dell’aria. Meno metallo e più verde è una bella evoluzione". Altri, invece, pongono l’accento sull’efficienza del servizio e sul calo dei costi. Giulio Cappelli riflette sulla manutenzione: "Meno pali significa meno interventi tecnici, o comunque interventi meno frequenti e costosi. Io li eliminerei dove la manutenzione è più difficile e crea problemi al traffico, evitando che quando si deve intervenire si formino ingorghi e rallentamenti". Un ragionamento condiviso da Paolo Meucci, che aggiunge il tema della sicurezza: "Con le batterie la rete è meno vulnerabile agli agenti atmosferici e si riduce il rischio di guasti. Meno pali significa meno esposizione a forti venti o temporali". Il bando rappresenta solo il primo passo, ma il tema è destinato a restare al centro del dibattito.