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Il vademecum dell’addestratore: "I cani non saranno mai delle tate. E più sono piccoli, meno guai creano"

Carlo Ciceroni, veterinario comportamentalista, analizza il fenomeno indicando le cautele da adottare "Pericolosi di per sé non esistono, è pericolosa piuttosto la gestione di proprietari sprovveduti".

Carlo Ciceroni, veterinario comportamentalista, è anche perito del tribunale di Firenze e esperto di cani

Carlo Ciceroni, veterinario comportamentalista, è anche perito del tribunale di Firenze e esperto di cani

Il fenomeno delle aggressioni dei cani ai bambini "è sempre più ricorrente, purtroppo", evidenzia il dottor Carlo Ciceroni, veterinario comportamentalista, perito del tribunale di Firenze. La regola aurea, valida sempre, è la seguente: "Mai lasciare soli bambini sotto i 10 anni con cani sopra i 30 chili. Perché non in grado di mettere in atto una difesa attiva in caso di aggressione".

Ci sono razze più e meno adatte per i bisogni di famiglie con bimbi piccoli? "Certo, i cani da compagnia identificati dall’Ente nazionale cinofilia italiana lo sono. Per stazza e bassissimo grado di lesività. È semplice: cani piccoli-problemi piccoli, cani grandi-problemi grandi. Ci sono cani che hanno una lesività (intesa come possibilità di provocare danni) connaturata alla razza in relazione alla fisicità, come i derivati da razze selezionate per i combattimenti e loro incroci".

Tipo pitbull o staffordshire terrier? "Sono realtà diverse. Il pitbull non è riconosciuto dall’Enci, gli amstaff sono selezionati da allevatori riconosciuti nel circuito Enci. Sono tutti cani "terrier" , quindi nati per uccidere piccole prede, derivati da razze da combattimento, non certo da quelle di compagnia. Con una aggressività tra specie, quindi cane contro cane, molto alta. Studi fatti sulle aggressioni letali dimostrano che la mortalità è 360 volte più alta nei confronti di un neonato piuttosto che verso un bambino di già qualche anno. Ma la stessa automatica correlata aggressività verso le persone non c’è però, è bene specificare. Il vero problema è che i cani non si spengono come i motorini".

L’addestramento può aiutare? "Statisticamente lupoidi e cani da combattimento e derivati in coppia hanno avuto tutte delle fasi di addestramento in giovane età. Cani pericolosi di per sé in assoluto non esistono, è pericolosa piuttosto la gestione di proprietari sprovveduti o non all’altezza che pensano siano sufficienti un paio di sedute con l’addestratore per risolvere attitudini o comportamenti allarmanti. Il problema dei cani da combattimento e derivati è di ordine sociale, perché molto spesso inseriti in contesti abitativi attenzionati spesso a seguito di episodi di violenze domestiche, o di precarietà economica, o addirittura di tossicodipendenza dei proprietari".

Quali sono le ‘red flag’ che una coppia di genitori con un neonato deve sempre cogliere? "Quando i genitori si chiedono se c’è un problema, quello è già reale. Figurarsi quando viene portato a casa un bambino. I segnali ci sono sempre, ma non vengono decodificati, a volte volutamente, dalle famiglie. Un cane di cinque anni, di piccola taglia e da compagnia, mai stato aggressivo, non può creare preoccupazioni. I cani non saranno mai "tate", i cani faranno sempre i cani".

Francesco Ingardia