BARBARA BERTI
Cronaca

Il venerdì di protesta. Firenze scende in piazza contro il governo: "Siamo cinquantamila"

Grande partecipazione all’iniziativa per contestare la manovra finanziaria. Dalle educatrici ai vigili del fuoco: "Con questi stipendi non è vita". .

Il venerdì di protesta. Firenze scende in piazza contro il governo: "Siamo cinquantamila"

"Trenta ore settimanali per 1.300 euro lordi" racconta Serena Leone, educatrice di sostegno che lavora nelle scuole pubbliche tramite cooperativa e che è in piazza con la figlia di nove anni. "Amo il mio lavoro ma siamo davvero sottopagati e non tutelati rispetto agli statali" aggiunge mostrando il volto fino a quel momento coperto con una maschera bianca, "perché siamo lavoratori invisibili". "Sono contrario alla manovra e più in generale a ogni provvedimento di questo governo che va contro le persone più deboli, gli emarginati, i poveri ’colpevoli’ di esserlo" sostiene Flavio Menigoni, insegnante di pianoforte in pensione. "Le risorse per la sanità sono sempre meno e la gente non si cura più" tuona Franco Natali, operatore socio-sanitario di Careggi insieme ai colleghi, tutti con il camice. Da un settore all’altro, i problemi non cambiano. "Siamo pochi, circa il 40% in meno rispetto all’organico e in questi giorni di emergenza abbiamo lavorato facendo doppi o tripli turni" spiega Giancarlo Gori, vigile del fuoco.

Sono alcune testimonianze della grande piazza fiorentina di ieri, quella da dove - tra palloncini azzurri e bandiere rosse - si è alzato un unico pensiero: "Difendere la democrazia, il lavoro e il futuro". Alta l’adesione allo sciopero Cgil-Uil di otto ore contro la manovra del governo e altrettanto alta la partecipazione alla manifestazione regionale tanto che piazza Santissima Annunziata non è riuscita ad accogliere il lungo serpentone, partito da piazza Indipendenza. "Se qualcuno pensava di intimorirci questa è la risposta. Siamo così tanti che non entriamo" tuona Rossano Rossi, segretario generale di Cgil Toscana, riferendosi alla polemica con il ministro Matteo Salvini per le precettazioni. "Una partecipazione straordinaria, oltre le nostre aspettative: la mobilitazione è solo all’inizio" aggiunge stimando 50mila presenze mentre per la questura il numero si assesta a diecimila. Il corteo partito verso le 9,30, si è snodato per via XXVII Aprile, via degli Arazzieri, piazza San Marco, via Cavour, via della Dogana, via La Pira, via Micheli, via Capponi, con contraccolpi anche per il traffico sui viali. Striscioni (uno su tutti: "Adesso basta!"), fumogeni, cori degli studenti, fischietti, orchestre itineranti e tante bandiere in rappresentanza dei diversi settori e aziende che ieri si sono fermati. Senza dimenticare una maxi bandiera della pace. Sulla situazione in Medioriente è intervenuta anche Francesca Re David, segretaria nazionale della Cgil. "La violenza è un crimine, sotto quelle bombe ci stanno ragazzi, donne, bambini, e noi siamo contro la guerra perché siamo il movimento dei lavoratori" dice e concludendo il comizio ricorda che "la legge finanziaria è contro le lavoratrici e i lavoratori, contro i giovani e contro i pensionati". Concetti sottolienati anche da Paolo Fantappiè, segretario generale Uil Toscana: "Lavoratori, pensionati e giovani sono qui per chiedere a questo governo una maggior giustizia sociale e più salario, per dire che così non è più possibile andare avanti".

In piazza anche tanti rappresentnti delle istituzioni a partire dal governatore Eugenio Giani: "Qui per difendere il diritto di sciopero e di libertà sindacale". Il sindaco di Firenze Dario Nardella sottolinea un altro aspetto: "In un Paese dove il governo tenta di mettere il bavaglio ai lavoratori, ad azzerare il diritto allo sciopero, bisogna stare accanto a questi lavoratori perché portano argomenti seri. Scioperano per tutti, anche per quei cittadini che non possono e non vogliono farlo". Presenti, poi, le assessore regionali Alessandra Nardini e Serena Spinelli, gli assessori di Palazzo Vecchio Sara Funaro e Andrea Giorgio, il presidente del Consiglio comunale Luca Milani, la deputata Pd Laura Boldrini, il segretario del Pd Toscana Emiliano Fossi. "È tempo di salari più alti, di maggiori diritti e di contrasto a una legge di bilancio che non fa altro che penalizzare e impoverire chiunque" sostiene il deputato dem, mentre la collega: "Dalla piazza un segnale chiarissimo contro una legge di bilancio che dimentica il lavoro povero, la sanità pubblica, taglia le pensioni e pensa di beffare le italiane e gli italiani con qualche contentino come il taglio del cuneo fiscale solo per un anno".