
Il viaggio introspettivo di Ilaria Rastrelli
di Giovanni Ballerini
"Fino agli anni ’90 a Firenze c’era una vivace scuola d’autore, poi per un periodo c’è stata meno visibilità, per fortuna negli ultimi anni sta tornando un bel fervore non solo fra gli emergenti e anche io voglio farmi sentire". Ilaria Rastrelli, in arte solo Ilaria, è la 25enne cantautrice fiorentina che arrivò terza nel 2014 a X-Factor e, dopo aver conquistato il disco d’oro con il suo primo Ep "My Name" e, dopo i singoli "Amami" e "Mare", oggi per l’etichetta toscana Pulp Dischi pubblica il suo primo album. Si chiama "Sala blu", è animato da musica avvolgente, elegante e volubile. Lo presenta dal vivo stasera alle 22 nello speciale showcase all’Ostello Tasso di via Villani e sabato al Viper Theatre nel corso dell’evento Indie Power.
Ilaria, dopo X-Factor, cosa ha fatto dai 17 ai 25 anni?
"Ho iniziato la gavetta in questo mondo della musica che non conoscevo bene. Ci sono voluti un po’ di anni prima di trovare il team giusto. Alla fine è nato questo disco".
Perché "Sala blu?"
"Prende il nome da una canzone che ho scritto in un posto con questo nome, il teatro a Signa dove ho cominciato ad approcciarmi alla musica e a studiare canto. Poi il brano parla di una persona con gli occhi blu e per me erano un’intera stanza. Il blu è poi il colore che meglio descrive la musica che faccio, il viaggio dall’interno all’esterno di me stessa, che è un po’ l’anima pulsante di questo disco". Al quale ha lavorato intensamente con il suo produttore?
"Con Renato D’Amico ci siamo fatti forza e abbiamo iniziato a buttare giù i brani, a produrli e registrarli in vari studi. La pandemia ha rallentato il progetto che poi, anche grazie a Pulp Dischi si è concretizzato".
Ora lo presenta dal vivo?
"Qualche concerto l’avevo fatto anche l’anno scorso. Ma ora ci sono due date fiorentine a ridosso dell’uscita del disco e quest’ estate un tour Italia".
Sul palco sarà con la sua band?
"Sono tutti ragazzi di Firenze, Tancredi Lo Cigno alla batteria e alle percussioni, Federico Calabretta alle tastiere, Andrea Baroni alla chitarra, Christian Riccetti e Pietro Matteoli ai cori".
Che musica ascolta?
"Anche quella di qualche decennio fa, da David Crosby ai Fletwood Mac, anche se non disdegno le ultime tendenze dal Nord Europa o dal Sudafrica. Ma anche i cantautori, soprattutto Samuele Bersani".