REDAZIONE FIRENZE

Ilaria Bellomo, decolla la stella del Polimoda

Tutto ruota attorno al nero, "che non è un colore cupo, ma un elemento sensoriale che mi contraddistingue"

Ilaria Bellomo è cresciuta tra stoffe e macchine da cucire, osservando al lavoro il nonno sarto e sbirciando i segreti della nonna modellista di abiti da sposa. Ora, a 25 anni, è pronta a lanciare il proprio brand, che porta il suo nome ed è total black, come il suo armadio. "Fin da piccola - racconta la giovane stilista formatasi al Polimoda – ho avuto la passione per i processi artigianali, per i tessuti, le creazioni fatte a mano". Un interesse che ha ripreso dopo la maturità classica quando ha deciso di entrare nel mondo della moda. Ha visitato tutte le migliori scuole del settore d’Italia e d’Europa, e la sua scelta è caduta su Polimoda: così ha lasciato la Brianza per trasferirsi a Firenze. "Prima mi sono innamorata della scuola, poi della città".

L’idea era di iscriversi al corso in Fashion Business, ma poi ha optato per Fashion Design, programma in 4 anni sul design di moda, ideato per aiutare i giovani a esprimere la loro creatività. "Mi sono specializzata in abbigliamento femminile e upcycling di tessuti vintage, antichi e scarti di tessuto". Durante il lockdown del 2020, che ha coinciso con la fine del corso, Ilaria, bloccata in casa, ha dovuto realizzare i tessuti da sola e per farlo si è costruita un telaio a mano. Dopo il diploma è arrivato il tirocinio da Rick Owens, nella ricerca materiali, tessuti e nel design di accessori e stampe, esperienza che le ha permesso "di vedere come funziona un’azienda, anche se gli strumenti per cavarmela bene li avevo già, grazie alla formazione che mi aveva dato la scuola". Ma Ilaria ha sempre avuto idee chiare: voleva un brand tutto suo. L’occasione è arrivata con Polimoda Talent, il programma di Polimoda che seleziona, finanzia e supporta i talenti che desiderano realizzare la propria idea di business. Ora è pronta per lanciare il brand Ilaria Bellomo, presentato da Polimoda in anteprima a Pitti Uomo 101 a gennaio, con l’installazione Inner Jardin Noir a Villa Favard con l’artista Sasha Vinci. I capi, ovviamente, saranno tutti neri, il ’suo’ colore. "Sono ossessionata dal nero, non lo considero un colore cupo ma un elemento sensoriale. Alcuni temevano potesse essere un limite, ma i docenti hanno sempre rispettato la mia scelta, spingendomi a valorizzarla: ora è un elemento che mi contraddistingue".

A realizzare i suoi abiti, con tecniche che rispettano l’ambiente, è un’azienda toscana. Alcuni pezzi unici vengono invece realizzati a telaio dalla designer nel suo studio. "Ogni capo realizzato prende vita, diventando una creatura con una storia e un’identità, trasformandosi in qualcosa di nuovo, collocandosi nel presente come un ricordo incapsulato in un corpo fisico che viaggia nel tempo" scrive Ilaria. E nascono così piccoli capolavori di sapienza artigiana, stile e rispetto per l’ambiente.

r. f.