Firenze, 29 ottobre 2024 – In Toscana lo scorso anno gli stranieri ospitati nelle strutture d’accoglienza sono aumentati del 37,6%. Nel 2023 erano 9.788, più o meno lo stesso numero del giugno 2024 (9.985). Ma rispetto al 2022 il balzo è evidente. Questo perché gli sbarchi sulle coste italiane crescono e, di conseguenza, salgono anche i numeri riguardanti le ridistribuzioni sul territorio regionale. È anche vero che gli stranieri in Toscana sono sempre più radicati. Non solo. Crescono le imprese straniere ma, a sorpresa, diminuiscono gli occupati stranieri. È stato presentato alla Cgil Toscana il dossier statistico immigrazione, illustrato contemporaneamente in tutte le regioni italiane. Tra i presenti, il segretario generale Cgil Toscana Rossano Rossi, l’assessore regionale Stefano Ciuoffo, la segretaria Cgil Toscana Gessica Beneforti e lo statistico Francesco Paletti, che ha curato la ricerca con Federico Russo.
Nel 2023 la popolazione straniera in Toscana ha raggiunto le 429.864 unità, registrando un aumento del 3,5% rispetto all'anno precedente. Questo incremento è il più alto dal 2013, con un saldo migratorio positivo di 24.979 persone. Tuttavia, si nota una marcata diminuzione delle emigrazioni: nel 2023, 24.576 stranieri hanno lasciato la regione, un calo del 38,3% rispetto al 2022. Questo fenomeno suggerisce appunto una maggiore propensione degli immigrati a radicarsi sul territorio toscano. Le comunità più numerose restano quelle provenienti da Romania, Cina, Albania, Marocco e Senegal, mentre la presenza di profughi ucraini, seppur aumentata, non ha inciso significativamente sui numeri complessivi. La Toscana si conferma una delle principali regioni di immigrazione in Italia, con un’incidenza di popolazione straniera dell'11,7% (rispetto al 9% nazionale), con picchi nelle province di Prato (22,4%) e Firenze (13,4%).
Per quanto riguarda i Cpr, il coro di no è unanime. “In Toscana non ci sono le condizioni per realizzarne uno - ha detto l’assessore Ciuffo -. E poi queste strutture non servono. Ciò di cui c’è invece bisogno sono integrazione e accoglienza. Abbiamo necessità di persone per l’edilizia, l’agricoltura e la manifattura. Manca una risposta adeguata alle richieste dell’imprenditoria”.
“La Toscana è terra di accoglienza e integrazione. Per questo non vogliamo i Cpr. Pensiamo invece che sia necessario investire affinché siano potenziati i percorsi di accoglienza e inclusione nel tessuto sociale e lavorativo dei migranti, per dare risposte ai loro molteplici bisogni, per sottrarli al ricatto e allo sfruttamento lavorativo”, ha ribadito Beneforti. Un concetto supportato dai numeri della ricerca, dove si afferma che il sistema dei Cpr riesce a espellere meno di una persona su tre, tra quelle trattenute.
Per quanto riguarda il mondo del lavoro, sebbene il numero di occupati stranieri sia sceso a 194.000, il tasso di disoccupazione per i cittadini stranieri in Toscana si è ridotto all’11,1%, mentre il tasso di occupazione è salito al 63,2%. La Toscana mantiene la quinta posizione a livello nazionale per l’inserimento lavorativo degli stranieri. In crescita anche le imprese con titolari nati all'estero, arrivate a 62.775 (+2,7% rispetto al 2022). Questo incremento, accompagnato dal calo delle imprese con titolari italiani (-6,5% dal 2018), ha portato la percentuale delle “imprese immigrate” al 16% del totale. In particolare, Prato si distingue a livello nazionale per l’alta incidenza di imprese straniere (33,2%). Dopo anni di calo dovuti alla pandemia, nell’anno scolastico 2022-2023 gli studenti stranieri in Toscana sono aumentati dell’1,8%, raggiungendo le 72.769 unità. Questi rappresentano il 15,1% degli alunni toscani, con una presenza marcata nelle scuole primarie (17,4%). Si evidenzia inoltre una riduzione della preferenza degli studenti stranieri per gli istituti tecnici e professionali, che dunque sempre più spesso optano per i licei.