Una grande vitalità delle imprese, un’incidenza rilevante delle energie rinnovabili e un export forte. E ancora, un prodotto interno lordo pro capite sopra la media nazionale (6,5% in più), un valore aggiunto manifatturiero in crescita e un’occupazione femminile che sfiora il 70%.
Sono alcuni dei punti di forza della regione, delineati dal Rapporto della Community Toscana 2024, realizzato da The European House – Ambrosetti e presentato ieri al meeting annuale di "Invest in Tuscany", lo sportello regionale che si occupa di attrarre investimenti.
Secondo lo studio, il 74% degli indicatori economici analizzati ha avuto una variazione positiva. La media nazionale viene superata, per esempio, nelle nuove imprese avviate in rapporto alla popolazione (seconda regione in Italia), nell’incidenza delle rinnovabili al netto dell’idroelettrico (95,4% rispetto al 74,5% di media nazionale), nell’export che rappresenta il 42,4% del Pil (31,9% in Italia). Fra i punti di debolezza invece il ridotto numero di laureati in materie scientifiche (Stem), lo scarso uso dell’e-commerce e le poche start up innovative. "L’analisi ha fatto emergere tre macro-ambiti di intervento – ha detto Pio Parma, senior consultant The European House-Ambrosetti e responsabile della Community Toscana -. Innanzitutto l’importanza di adeguare l’offerta formativa alle esigenze del mercato, visto che oggi il 41,9% delle assunzioni è difficile da reperire.
Quindi la necessità di investimenti su rinnovabili, nuove tecnologie (come l’idrogeno) e su una migliore connettività per i flussi delle merci, puntando anche sulla rete ferroviaria". La mattinata ha visto poi l’insediamento Advisory Board di Invest in Tuscany, il tavolo consultivo previsto dal protocollo tra Confindustria, Confindustria Toscana e Regione, per favorire il confronto fra istituzioni e imprese estere.
"Siamo convinti - ha spiegato Paolo Ruggeri, coordinatore della Commissione multinazionali di Confindustria Toscana e vice presidente Baker Hughes - Nuovo Pignone – che, lavorando fianco a fianco, la Regione potrà rappresentare un acceleratore dei nuovi progetti industriali". Oggi, le multinazionali contribuiscono in Toscana al 19,5% del valore aggiunto e attivano il 13% del Pil fra effetti diretti, indiretti e indotti, occupando il 6,9% degli addetti (dati centro studi Svimez).
Proprio a loro sarà destinato il bando regionale di prossima apertura in ricerca e sviluppo per l’attrazione di investimenti. "Si tratta di un nuovo bando sperimentale, complementare ad altre misure – ha detto il presidente della Regione, Eugenio Giani - messo a punto dialogando con Confindustria e altre associazioni, con l’obiettivo di favorire l’insediamento di nuove realtà". La dotazione iniziale è di 5 milioni di fondi europei, ma potrà salire a 10. Allo studio, anche una mappatura delle aree industriali dismesse per permettere l’insediamento di nuove imprese senza consumo di suolo.