
Massimo Ferrati
Sono decine le aziende, artigiane e industriali, alluvionate in Mugello. La maggior parte è a San Piero a Sieve, nel capoluogo e nella frazione di Campomigliaio, dove sono finite sott’acqua numerosi capannoni industriali. Come quelli della FGF, che produce accessori per la pelletteria di alta moda: "In uno dei due capannoni – raccontano Andrea e Alessandro Sonni – l’acqua è arrivata fino a 90 centimetri. Appena ci siamo accorti che il Carza stava tracimando, tutto il personale è stato fatto uscire, e poco dopo l’acqua aveva invaso tutto. I danni sono ingenti: il prodotto, i macchinari, il magazzino elettronico e tutti gli apparati informatici. Per fortuna abbiamo un secondo capannone, ci siamo trasferiti e siamo ripartiti".
Macchine ferme invece per Finestra Italia – Atla Coop, che a Campomigliaio ha due stabilimenti dove si producono macchinari per l’assemblaggio di infissi in alluminio esportati in tutto il mondo e dove lavorano trenta dipendenti. "Si stanno ripulendo gli ambienti – dice l’ad Vincenzo Gemmi – ma occorreranno 7-10 giorni di tempo". Nel mondo imprenditoriale c’è preoccupazione: "Smottamenti e frane stanno compromettendo seriamente la mobilità di tutta l’area. Una situazione irragionevole per chi vive sul territorio, come anche per le imprese, costrette a fare i conti sia con le difficoltà quotidiane, sia con la mobilità dei prodotti": lo dice il coordinatore Confindustria Mugello Val di Sieve Massimo Ferrati. "Oggi – prosegue - ci troviamo ancora di fronte non solo ad aziende costrette a una tragica conta dei danni, ma anche a una situazione infrastrutturale insostenibile ed impraticabile, sia dal punto di vista viario che ferroviario. Servono provvedimenti urgenti di area metropolitana".
Ferrati – anche la sua azienda, la K-Array, è stata invasa dalle acque – ha sentito diversi colleghi e dà loro voce: "Siamo in un territorio fragile che necessita di cure adeguate e non più rinviabili. E non deve essere più solo una questione relegata ai comuni di zona, perché questo è un presidio industriale vitale ed economicamente rilevante per l’intera area fiorentina. Non è più solo una questione di collegamenti territoriali, o di ritardi. E’ un tema di messa in sicurezza di una parte del territorio dell’area metropolitana. E va affrontata urgentemente. Le imprese non possono più permettersi lungaggini burocratiche per garantire la sicurezza della propria area di pertinenza, come neppure calendarizzare la produzione seguendo le previsioni meteo".
Paolo Guidotti