Sono passati 150 anni da quel famoso aprile del 1874 a Parigi quando 31 artisti rifiutati dal mondo dell’arte accademico e ufficiale – tra cui Monet, Renoir, Degas, Pissarro, Cézanne – decisero di organizzare una mostra "rivoluzionaria" per l’epoca, nella galleria del fotografo Nadar a Parigi. Nasceva in quel momento un nuovo movimento artistico: l’Impressionismo, chiamato così dal commento dispregiativo del giornalista Louis Leroy che pubblicò su ’Le Charivari’ un articolo ferocemente critico, il cui titolo ’Mostra degli impressionisti’ fu poi adottato dal nascente movimento artistico, Impressionismo, traendo ispirazione proprio dal titolo di un quadro di Monet, ’Impressione, levar del sole’ del 1872.
’Impressionisti in Normandia’ è la mostra con cui, dal 21 novembre, il Museo degli Innocenti di Firenze celebra l’anniversario, attraverso una narrazione che si apre con un prestito eccezionale proveniente dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma: le ’Ninfee rosa’ di Claude Monet, opera iconica e facente parte della ’prima serie’ di 8 ninfee che l’artista dipinse. In anteprima per La Nazione, il Museo degli Innocenti apre le porte e mostra, accanto alle Ninfee, oltre 70 opere che raccontano la corrente impressionista fin dai suoi esordi così strettamente legati alla Normandia, terra che divenne punto di riferimento per numerosi artisti, un vero laboratorio in cui sperimentare le suggestioni e le forme di una nuova pittura. Ma quando pensiamo all’Impressionismo forse la prima immagine che ci viene in mente è proprio Le Ninfee.
Nel giardino che aveva creato per vivere in tranquillità e continuare a sperimentare nuove soluzioni con il colore, Monet si dedica a questo soggetto molte volte, cercando di coglierne i mutamenti con il passare delle ore del giorno e dei periodi dell’anno. Su questa ricerca, quasi scientifica, rivolta ai colori e alla luce, si fonda l’esperienza impressionista. Un’avventura creativa iniziata nel segno della contestazione del sistema tradizionale dell’arte francese e scaturita nella elaborazione di un nuovo linguaggio, del quale ’Le Ninfee’ costituiscono l’icona più celebre. Col patrocinio del Comune di Firenze, la mostra è prodotta e organizzata da Arthemisia, ancora una volta al fianco del Museo degli Innocenti con Cristoforo, in collaborazione con la Collezione Peindre en Normandie e BridgeconsultingPro ed è curata da Alain Tapié.