TERESA SCARCELLA
TERESA SCARCELLA
Cronaca

In attesa di un figlio. Tempi e costi proibitivi: "Servono 20mila euro e tanta forza di volontà"

Vita privata sotto la lente tra colloqui, corsi formativi e visite mediche. Ecco il percorso che attende chi decide di adottare un bambino.

L’attesa di diventare genitori. Quella che dura più di nove mesi, che non contempla visite ginecologiche, ma colloqui con psicologi e servizi sociali che entrano nella sfera più intima. L’attesa spesso frustrante, che rischia di essere disillusa. È quella che stanno vivendo Maria e Francesco, fiorentini, sposati da 9 anni. Quarantenne lei, 38 anni lui, lavorano entrambi nell’ambito farmaceutico.

Come mai avete scelto di intraprendere questo percorso?

"Ci siamo sposati nel 2016 e fin da subito abbiamo cercato una gravidanza. Sapevo di soffrire di fibromiomatosi uterina, che sono dei tumori benigni, ma non sapevo che mi avrebbero impedito di rimanere incinta. Così è stato. È stata dura, mi sono colpevolizzata tanto".

Da qui l’idea dell’adozione...

"L’input è stata la tragedia di Cutro. Di fronte a tutto quello, volevamo essere utili in qualche modo. Mio marito me l’aveva già proposta un’anno prima, ma io ho volevo aspettare che maturasse in lui, in noi, più consapevolezza. Dopo Cutro, quindi, ci siamo informati su cosa potessimo fare per accogliere un minore non accompagnato e a quel punto siamo entrati in contatto con il centro adozioni di Firenze".

Qual è stato il percorso?

"Ci hanno illustrato l’iter in modo chiaro, quasi come se fosse un gioco dell’oca, tappa dopo tappa. Abbiamo fatto 5 incontri formativi in un mese un mese e mezzo, insieme ad altre coppie. I temi affrontati sono stati vari: dalla motivazione alle aspettative, si è riflettuto sul tipo di bagaglio che porta un bambino adottivo, sul suo vissuto e su cosa siamo in grado di accogliere. Credo sia un percorso edificante che andrebbe fatto a prescindere".

Avete fatto richiesta per entrambi i tipi di adozione?

"Si, non abbiamo messo limiti per etnia o paese".

Posso chiedervi se avete messo limiti sanitari?

"Ci siamo confrontati tantissimo su questo e abbiamo vagliato tutte le patologie possibili e immaginabili. Con il supporto dell’Anfaa abbiamo capito una cosa importante: che in questi casi è giusto seguire il passo di chi, nella coppia, va più piano. Per questo abbiamo dato la disponibilità per quelle patologie che non compromettono la parte neurologica e per quelle malattie infettive con cui oggi si convive tranquillamente".

Da quanto state aspettando?

"Abbiamo fatto domanda al tribunale di Firenze a luglio 2023, accompagnata da visite medico-legali e analisi del sangue. Dopo poco, a gennaio 2024, abbiamo ricevuto il decreto di idoneità, e a quel punto abbiamo fatto domanda in altri 13 tribunali".

Perché non c’è una banca dati nazionale?

"Tecnicamente c’è, ma i tribunali non possono chiamarti se non hai espressamente fatto richiesta da loro. È stato un grosso lavoro, non tutti accettano la Pec, ci abbiamo messo tanto tempo".

Ora a che punto siete?

"Abbiamo dato mandato a un ente a dicembre 2024. Ogni ente gestisce vari paesi, ma tu puoi dare mandato solo per uno".

Quale avete scelto?

"Il Perù".

Che costi avete affrontato?

"Ogni ente ha i suoi prezzi, così come ogni Paese. In media si pagano fra i 3 e i 5mila euro a mandato. Dopodiché ci sono altri versamenti da fare mano mano che si va avanti. Si può arrivare fino a 20mila totali".

Vi hanno detto, più o meno, che tempi di attesa ci sono?

"In questo momento storico il Perù ha un periodo di attesa che va da 1 anno e mezzo a 2. I tempi si accorciano se si danno disponibilità per bisogni speciali".

Teresa Scarcella