CERTALDO
Cronaca

In centinaia per l’addio a Maati: "Ciao campione, ti amiamo". Ma spunta il coltello, è rissa: "Dovete solo vergognarvi"

Bara bianca, fotografie e palloncini: una folla in lacrime ieri per l’ultimo saluto al 17enne. I carabinieri sedano la zuffa. Ma le minacce tra un ’rivale’ e il gruppo del giovane feriscono.

Bara bianca, fotografie e palloncini: una folla in lacrime ieri per l’ultimo saluto al 17enne. I carabinieri sedano la zuffa. Ma le minacce tra un ’rivale’ e il gruppo del giovane feriscono.

Bara bianca, fotografie e palloncini: una folla in lacrime ieri per l’ultimo saluto al 17enne. I carabinieri sedano la zuffa. Ma le minacce tra un ’rivale’ e il gruppo del giovane feriscono.

di Simone Cioni

Una chiesa stracolma a ha salutato ieri per l’ultima volta Maati Moubakir, il 17enne ucciso a coltellate lo scorso 29 dicembre a Campi Bisenzio. La bara bianca piena di messaggi scritti a pennarello è portata in spalla dal padre Farid e dai fratelli Nabil e Fuad, tra le lacrime della sorella Halima e della madre Silvia. Ci sono anche nonna Isa e nonno Renzo per le ultime preghiere sul sagrato da dove si alzano in cielo decine di palloncini bianchi. Ma alla fine della funzione esplode la violenza. Mentre il carro funebre con il feretro a bordo lascia piazza Boccaccio per raggiungere il cimitero con il lungo corteo al seguito scoppia un parapiglia tra un ragazzo, apparso all’improvviso, e un amico di Maati, con il primo che – secondo alcune testimonianze ora al vaglio – avrebbe estratto un coltello che però non è stato trovato, nonostante le indicazioni di una donna. Sono momenti ad alta tensione. Offese, spinte e pugni.

L’agguato provoca la reazione della folla. I carabinieri si precipitano nella traversa di via Roma dove nel frattempo si è spostato lo sciame di giovani. Riescono a riportare la calma identificando i due arrivati alle mani. "Non va bene neanche che lui sia venuto qui – dicono gli amici di Maati ai militari lasciando intendere di conoscere l’avventore –. È una vergogna, si è portato un coltello sapendo che il nostro amico è morto a coltellate...". Volano parole pesanti, qualcuno riferisce di aver sentito una minaccia: "Ci vediamo io e te. Ti becco, se non è domani, è dopodomani". Secondo una prima ricostruzione i due, uno appena maggiorenne straniero originario di Poggibonsi e l’altro minorenne di Castelfiorentino, si sarebbero picchiati per motivi personali, a monte un litigio per una ragazza avvenuto qualche giorno prima. L’ipotesi è che il senese abbia deciso di affrontare il ’rivale’ proprio al funerale, ma che l’azione nulla avrebbe a che fare con l’omicidio. L’episodio però non ha scalfito l’affetto che tutta ha voluto manifestare al 17enne anche chiedendo giustizia con striscioni e cartelli, in una giornata di lutto cittadino.

Tanti gli sguardi persi nel vuoto, palpabile lo smarrimento. "Facciamo fatica a capire come si possa arrivare a uccidere un ragazzo – le parole di don Rolando Spinelli durante la messa –. Il dolore stravolge, però vogliamo esserci per dire a Maati che quel gesto non è l’ultimo gesto che ha ricevuto: ecco il nostro amore. Ti vogliamo bene". Tantissimi i giovani presenti, compresi i compagni di squadra del Gambassi, con cui il 17enne condivideva la passione per il calcio. "Conoscevo Maati fin da quando eravamo piccoli e la sua scomparsa mi fa soffrire come non mai – ricorda Samuel, uno dei migliori amici di Maati dall’altare –. Adesso non ci resta che lottare e impegnarci sempre per dimostrare idealmente a Maati che il mondo che ha lasciato non è solamente marcio e corrotto, anzi pullula di persone belle, buone, persone che ti amano".

Segue il commovente messaggio della mamma su cosa rappresentino i genitori per i figli. "...Voi siete l’arco dal quale i vostri figli come frecce vive sono lanciati in avanti – la voce è rotta dal pianto –. Lasciatevi tendere dall’arciere che mira il bersaglio sul sentiero dell’infinito. Ciao Maati, ti amiamo". Al cimitero poi, prima della sepoltura, il padre Farid esorta tutti a pregare per suo figlio: "Oggi è il momento della preghiera, poi domani chiederemo giustizia per Maati". La mano sulla bara per salutare il suo ragazzo: "Sii felice Maati".