Pioggia e dolore. Rabbia e incredulità: "Laura, chi ti voleva far sparire per sempre, non ce l’ha fatta. Tu rimarrai qui con noi" le parole rotte dal pianto e cariche di sconforto di Daniela Frosecchi, la sorella della fornaia uccisa dal nipote Mattia Scutti a colpi di pistola nel suo negozio di Chiesanuova, risuonano nella chiesa di San Casciano fino a diventare assordanti. Per i funerali della donna non è rimasto neanche un posto a sedere. Fuori anche il cielo è grigio, pesante come il dolore che si respira nella parrocchia, dove la foto di Laura sorridente e spensierata, appoggiata sopra la bara fa contrasto con gli occhi gonfi dalle lacrime di amici e famigliari. Una donna "amata dalla sua gente" come dice chi la conosce, strappata alla sua vita quotidiana dentro il suo negozio, il suo "piccolo mondo". E infatti in un silenzio rotto solo dai singhiozzi, quel piccolo angolo di comunità sembra sospeso nell’incredulità, come se il tempo si fosse fermato nel tentativo di capire l’incomprensibile.
In chiesa ci sono tutti. I due giovani figli, Gabriel e Cristian nelle prime file con gli occhi gonfi, il marito Stefano che attraversa la piazza della parrocchia tra i volti tirati dal dolore. La mamma di Laura, che scoppia a piangere poco prima di entrare e viene abbracciata da amici e parenti. Ci sono i compagni di squadra dello Scandicci calcio e del Certaldo, dove i due ragazzi giocano. E a rappresentare la ferita che l’omicidio ha portato nel Comune c’è anche il sindaco Ciappi. Alla fine della cerimonia sono più di duecento le persone arrivate per l’ultimo saluto. C’è anche il grande direttore d’orchestra indiano Zubin Metha. Parcheggia davanti alla chiesa ed entra con la moglie: "Andavo sempre a prendere la schiacciata da Laura, ormai da anni", lo dice con la bocca stretta, mentre rientra in auto con gli occhi cupi dal dolore.
Ad accompagnare Laura nel suo ultimo viaggio è stato ll vescovo di Firenze, Gherardo Gambelli, insieme al prete di Chiesanuova don Christian Comini. Nella sua omelia ha ricordato l’importanza di non farsi sopraffare dalla rabbia: "Se riusciamo a far tacere le voci di paura – ha spiegato il monsignore – e ci mettiamo in ascolto della parte più intima del nostro cuore, sentiamo un sussurro che ci dice di rialzarci. Non scoraggiamoci. Le voci che vogliono farci tacere nel nostro rivolgerci a Gesù spesso sono dentro di noi, ma possiamo combatterle". Gambelli, poi, citando il Vangelo ha ricordato l’importanza di saper perdonare: "Se si abbassa i toni della rabbia, lo Spirito Santo ci viene in soccorso", e poi la citazione: "Padre perdona loro, perchè non sanno quello fanno"
Poi è toccato ai familiari, la prima a salire sul pulpito è stata la sorella Daniela: "L’immagine piu dura e immaginarti da sola, mentre soffri impaurita chiedendo aiuto senza che nessuno possa dartelo – dalla platea si sente piangere – Devi sapere però che In quei secondi, io la mamma il babbo e Gianni (l’altro fratello di Laura) eravamo li con te. Non eri sola". Quando parla di Laura, Daniela usa ancora il presente: "Siamo cosi simili. Due donne vere, testarde, capaci. Aspettavamo di diventare anziane insieme. Sei una parte del mio futuro che scompare. Ci hanno tolto tanto". Poi un ricordo lontano, di due bambine da piccole che da un balcone guardano una nevicata: "Ci siamo svegliate nella vecchia camera ed era tutto bianco. Ciao Laura Sarai sempre un modello". E poi il fratello Gianni, che racconta il loro ultimo incontro: "Ci siamo fermati con i figli al negozio. Lei era sempre lì, dedita al suo lavoro. Sempre solare e sorridente. Aveva tanto amore per i figli. Dedita al lavoro e sul lavoro se n’è andata. Le è stata strappata la vita. Ringrazio tutti, quello che era Laura l’ho ricevuto nei messaggi". Finisce di parlare e scoppia a piangere, i singhiozzi sono coperti soltanto dagli applausi commossi della folla. Poi la bara esce e fuori inizia a diluviare. Anche il cielo sembra aver percepito il dolore della comunità, che ancora incredula guarda il carro funebre mettersi in marcia per l’ultimo viaggio di Laura.