di Carlo Casini
"Liberate Kata". Due parole, le stesse con le quali da oltre un mese, tutta la comunità peruviana si è sgolata in decine di presidi e manifestazioni. Ieri a urlare erano quasi in un centinaio. Non solo donne e madri connazionali di Kata, la piccola di 5 anni scomparsa ormai il 10 giugno scorso dal cortile dell’ex Astor, ma decine e decine di italiani. Per la prima volta tutti uniti in strada al fianco della comunità peruviana per spedire un messaggio: far cadere il muro di indifferenza e omertà che avvolge la scomparsa della bambina.
Il corteo che ieri ha sfilato da piazza Dallapiccola a poche centinaia di metri dall’ex Astor, è stato organizzato da Penelope, associazione nazionale delle famiglie degli scomparsi, si è fermato davanti all’ex hotel Astor, oggi sgomberato. E qui, insieme a Miguel e Katherina i genitori della bimba ha fatto una preghiera corale guidata da padre Manuel Nunez, cappellano della comunità italo americana.
"Abbiamo fede – ha detto il cappellano – che Kataleya tornerà e presto sarà qui a giocare con i suoi genitori che hanno avuto tanto coraggio. Oggi vogliamo avere la bambina, continuiamo a manifestare questo bisogno che la bambina sia qui con noi".
Solo poche ore prima, Katherina, la madre 26enne di Kata ha lanciato tramite i suoi avvocati l’ultimo appello, stavolta al governo italiano. Un appello rinnovato ieri sera dal corteo.
"Chi ha rapito Kata si faccia vivo con noi – ha detto la madre insieme al padre Miguel – ci dia un segnale, ci faccia capire almeno se la bambina sta bene. Chiediamo alla presidente Meloni di prendersi a cuore il nostro caso per favore: è un mese che è scomparsa la nostra bambina. Ci rivolgiamo anche al sindaco, fateci sentire la vostra vicinanza".
I genitori chiedono poi "un segnale di speranza" e dichiara: "Non lasciateci soli, chi può ci aiuti a trovare nostra figlia. Serve più vicinanza anche da parte della gente di Firenze, soltanto aiuto per diffondere le foto della piccola e diffonderle il più possibile anche all’estero". Gli avvocati Filippo Zanasi e Sharon Matteoni, che assistono i genitori della bimba, affermano: "Un mese dopo il padre e la madre vivono nello sconforto, senza avere più notizie della loro bambina. Ma non hanno perso la speranza di ritrovare Kata. Hanno fiducia nell’opera degli investigatori dell’Arma e nella Procura che stanno conducendo le indagini per trovare la bimba. I genitori sono molto abbattuti ma continueranno a lottare e stanno facendo di tutto per agevolare le indagini".
La madre della piccola è convinta che la figlia sia ancora viva e sia stata portata all’estero. Una pista che al momento non è stata esclusa dagli inquirenti. "Io percepisco che è ancora viva. Finora non l’hanno trovata qua, a Firenze. Magari l’hanno portata all’estero per questo voglio che la sua foto venga condivisa anche fuori dall’Italia. Io mando la foto di Kata alle mie amiche, che la mandano a loro conoscenti in Francia o in Germania. In più la diffondiamo su internet. Ci sta che, se finora non l’hanno trovata qui, possa essere stata portata in un altro Paese. Devo pensare a tutto".