ROSSELLA CONTE
Cronaca

In cinquemila nelle Rsa. Liste d’attesa lunghe e i costi sono alle stelle

Solo in città si contano 1.700 ospiti nelle 38 strutture pubbliche e private. Ecco come funziona la catena dei controlli. Il via libera di Regione e Asl. .

di Rossella Conte

FIRENZE

Sono 4.821 i posti letto nelle Rsa della provincia di Firenze, di cui 1.752 nelle 38 strutture presenti nel capoluogo. Il fabbisogno stimato, in media, è di 7 posti ogni 100 over 65, il che significa che a Firenze, dove gli anziani sono 100.544, servirebbero circa 7.038 posti. Ma quelli disponibili sono appena 1,74 ogni 100 anziani, ben al di sotto della soglia necessaria. La conseguenza? Liste d’attesa lunghe e famiglie costrette a cercare soluzioni fuori regione. Su Firenze Centro si attende in media 4-5 mesi, a settembre scorso erano circa 140 le persone “in coda“; 80 quelle nell’area Sud Est; una quarantina nel Mugello.

Le residenze sanitarie assistenziali rappresentano un pilastro dell’assistenza agli anziani, specialmente in una città come Firenze, dove la popolazione sta invecchiando rapidamente e le difficoltà economiche di molte famiglie rendono l’accesso ai servizi ancora più complesso. Secondo i dati della Caritas, nel 2024 ben 1.116 over 65 si sono rivolti ai centri di assistenza, segno che la povertà incide sempre più anche su questa fascia di età. A Firenze le Rsa si dividono tra strutture pubbliche e private. Le prime sono gestite direttamente da enti locali con il servizio sanitario regionale, mentre le seconde operano in regime autonomo, pur potendo accogliere ospiti con contributi pubblici.

I costi sono elevati. La retta è composta da due quote: la quota sociale è quella percepita dalla struttura dall’assistito o dalla sua famiglia come corrispettivo per i servizi erogati, vitto e alloggio per intendersi; quella sanitaria comprende i servizi erogati in termini di cure e per l’acquisto di ausili e materiali di medicazioni semplici. Chi ci entra privatamente spende tra i 2.500 e i 3.500 euro al mese. Per chi accede tramite i servizi sociosanitari, invece, la quota sanitaria (55 euro al giorno) è coperta dalla Regione Toscana, mentre quella sociale (53 euro al giorno) è a carico dell’ospite e compartecipata dal Comune in base all’Isee. Le famiglie con redditi bassi possono richiedere contributi comunali. Ma la domanda è alta e i tempi di attesa si allungano, costringendo molte persone a trovare alternative anche fuori dalla Toscana. "Spesso – sottolinea il segretario generale Uil Marco Conficconi - le famiglie sono costrette a portare i propri nonni in Umbria o in Emilia Romagna".

Per garantire la qualità del servizio le Rsa sono soggette a controlli periodici dalle autorità sanitarie e dal Comune, oltre a due livelli di verifica della Regione. Il primo riguarda l’accreditamento e le pratiche amministrative e gestionali. Il secondo è affidato alla commissione di vigilanza, che effettua ispezioni senza preavviso per monitorare direttamente le condizioni degli ospiti. Si controlla se gli anziani: ricevono i pasti, assumono regolarmente i farmaci, sono a letto e in che condizioni. Anche i dipendenti vengono verificati per assicurare il rispetto degli orari di lavoro e dei turni di riposo. "In un contesto dove la richiesta di posti letto è molto superiore all’offerta - conclude -, la questione delle Rsa diventa sempre più urgente, con il rischio che si trasformi in un’emergenza sociale".