"Palestina libera", si è sentito più volte ieri in pieno centro a Firenze, in via de’ Benci. Da giorni infatti è in atto una protesta dell’associazione Firenze per la Palestina per un convegno in corso in questi giorni in città. Un convegno che ha portato, come conseguenza, la creazione di un presidio da parte dell’associazione. "Si tratta di un’iniziativa israeliana nella nostra città, è altamente offensiva per la storia di Firenze – hanno spiegato dall’associazione – Partecipano personaggi come il colonnello Moshe Farchi, responsabile della salute mentale nell’esercito israeliano, il dottor Moran Bodas, psicologo del ministero della Difesa israeliano e Marco Carrai", console onorario di Israele per Toscana, Emilia Romagna e Lombardia.
Tra i manifestanti più volte si è fatto riferimento al fatto che l’iniziativa è "organizzata dalla Tel Aviv Università, con cui l’Università di Firenze ha in essere quattro accordi. Chiediamo che ci sia una rescissione totale di queste intese". Secondo Sofia Vinci di Studenti per la Palestina "fa rabbrividire che membri dell’Esercito, dello Stato che è accusato di genocidio possano girare liberamente per le nostre città e che l’Università di Firenze co-organizzi eventi del genere", per Sereen El Debuch dei Giovani Palestinesi "c’è un tentativo di equiparare l’antisionismo con l’antisemitismo. Questo oltre che essere dannoso per gli ebrei, è dannoso per tutti coloro che lottano per la Palestina".
Stizzita la risposta del presidente di Amici di Israele di Firenze Kishore Bombaci: "L’associazione fiorentina Amici di Israele appoggia con convinzione l’iniziativa organizzata dalla Tel Aviv University e stigmatizza come palesemente infondata la propaganda di contestazione dell’evento organizzata da ‘Firenze per la Palestina’ considerandola come una evidente presa di posizione ideologica che riflette solo ed esclusivamente l’odio anti israeliano".
N.G.