Il forum promosso da La Nazione sulle RSA ha avuto l’innegabile merito di mettere in luce, in tutta la sua urgente gravità, uno dei più impellenti problemi del nostro tempo: quello degli anziani. I dati emersi dal serrato confronto fra le varie parti coinvolte non lascia spazio a rinvii: la gente invecchia, diminuiscono le nascite e l’età media della vita si allunga; la popolazione di età avanzata bisognosa di aiuto è sempre più numerosa e nonostante l’ impegno delle istituzioni pubbliche non si riesce a fronteggiare come richiede lo stato di necessità. Nella sola provincia di Firenze vi sono 4.821 posti letto nelle RSA: attualmente ne occorrerebbero un po’ più di settemila. Liste di attesa intasate, rincari, insufficienza delle quote sociali a carico dei Comuni e sanitarie da parte delle Regioni. Non è solo questione di posti, pure rilevante, o aumento degli stanziamenti. È il comportamento dei gestori che deve essere sottoposto ad attento controllo, per non trovarci davanti a episodi riprovevoli. Il cambiamento sociale, nel tempo, è stato repentino. Le famiglie patriarcali come le nostre allorché sotto lo stesso tetto vivano insieme tre generazioni, nonni, genitori, e figli, scambiandosi reciproco aiuto, sono ricordi lontani. Quella assistenza familiare è ormai venuta meno. Il pubblico si è sostituito in larga misura al privato nel sostegno alle categorie fragili, sempre più numerose. Non si può pretendere l’amore e la cura che si aveva per i nostri vecchi in famiglia. Ma neppure debbono essere considerati un business, giudicati talora un peso, strumento di possibile lucro: per intendersi, non si può tollerare venga dato loro latte allungato con acqua, o peggio ancora cibi scaduti o addirittura avariati. Ecco perché compito delle istituzioni pubbliche non è solo quello di controllare la legittimità degli aumenti che vanno a pesare inesorabilmente sulle famiglie, bensì la qualità della vita assicurata agli ospiti delle RSA. Non si può accettare il risparmio sulla qualità del servizio e su quella dei fornitori. È profonda, ad esempio, la differenza fra gli istituti dotati di cucina interna e quelli – preferiti dai gestori per il costo inferiore – che si avvalgono di centri di cottura esterni. Non si deve dimenticare che in palio vi è la salute e la dignità delle persone.
CronacaIn soccorso degli anziani