Primi grappoli in cantina. Nella zona di Capalbio, nella Maremma meridionale, le uve bianche Chardonnay e Viognier sono già in cantina, come del resto tra i rossi il Merlot, che anche Suvereto ha già cominciato a vendemmiare insieme al Pinot Bianco e al Pinot Nero. Varietà precoci, d’accordo, in zone particolarmente calde: ma ormai l’anticipo è di casa nel Vigneto Toscana per via del cambiamento climatico. Fattore consolidato che non incide sempre allo stesso modo su quantità e qualità delle uve. Che quest’anno si fanno prevedere di livello ottimo.
Un’occhiata in giro. Istantanea numero uno. Rufina, il Chianti “più alto”, nel senso orografico e della latitudine. Lassù sul crinale in riva destra del fiume Sieve, di qua e di là, filari con grappoli spettacolari: grossi, ricchi, dal chicco spesso e abbondante anche se qualche acino deve finire di invaiare, di cambiare colore, e probabilmente ormai non lo farà più, l’uva, almeno passando dalla strada, sembra già in fase di maturazione avanzata, qualche settimana ancora e sarà pronta per ottimi rossi.
Istantanea numero due. Montalcino. Stefano Cinelli Colombini, titolare della storica Fattoria dei Barbi, una di quelle che il Brunello l’hanno visto nascere, scrive sui social "è piovuto, bene e molto, ora è fresco e l’uva che era già bella gode".
Sarà un’ottima vendemmia. Certo, molto dipende – come sempre – dal tempo. Nel senso del meteo. Almeno per i territori delle denominazioni storiche, quelle dei grandi rossi, dal Chianti Docg al Chianti Classico, dal Brunello di Montalcino al Nobile di Montepulciano. Dove l’uva principe è il Sangiovese, che ha bisogno ancora, pur con prevedibili anticipi, di qualche settimana per essere pronta. In Maremma, dove pure il Sangiovese la fa da padrone, si partirà un po’ prima, ma il direttore del Consorzio Luca Pollini non ha dubbi: "L’aumento della quantità rispetto allo scorso anno – dice – è stimabile. La qualità è assicurata grazie alla regolare alternanza di piogge e alle azioni preventive come le potature verdi e l’uso dell’intelligenza artificiale per proteggere i grappoli dal caldo eccessivo".
Sarà una vendemmia che ripagherà le perdite dell’anno passato. La peronospora, in questo 2024, si è vista poco. Di "danni modesti" parla il presidente del Consorzio Chianti Docg Giovanni Busi, che prevedendo un aumento limitato in quantità spiega: "Gli attacchi di peronospora avvenuti a maggio-giugno hanno causato una riduzione della produzione. Il fungo per fortuna però non intacca la qualità che si annuncia eccellente". Ma intanto sia Montalcino sia il Chianti Classico stimano un aumento di produzione, dalle parti del Gallo Nero si pensa addirittura a un +15-20 per cento, "grazie – spiega il presidente del Consorzio, Giovanni Manetti – alle copiose piogge primaverili che hanno arricchito le riserve idriche, in modo da aumentare la resistenza del territorio alle temperature elevate del periodo estivo". Benedetta acqua dal cielo: alternata al sole di settembre, darà una vendemmia a cinque stelle.