ERIKA PONTINI
Cronaca

Incaprettato dalla polizia Usa. Niente processo al giovane italiano. La madre: "Ma ora voglio la verità"

Cadono le accuse allo studente. Mamma Vlasta: abbiamo difficoltà finanziarie, il governo ci aiuti

Incaprettato dalla polizia Usa. Niente processo al giovane italiano. La madre: "Ma ora voglio la verità"

Matteo Falcinelli con la madre Vlasta Studenicova

Caso chiuso, non ci sarà mai alcun processo. Le accuse di resistenza e violenza nei confronti di Matteo Falcinelli, il 26enne di Spoleto sbattuto a terra all’esterno di uno strip bar di Miami e incaprettato dalla polizia nella cella di transito, sono cadute al termine del Pti, il programma di rieducazione. Lo ha stabilito il giudice di Miami all’udienza di martedì mattina, mettendo così un punto fermo sul caso dello studente italiano che accusa la polizia di violenze e torture e i cui contorni sono ancora poco chiari con contraddizioni tra i dialoghi ripresi dalle bodycam e le dichiarazioni nei verbali. Lo scandalo, l’ennesimo sui metodi utilizzati dagli agenti Usa era stato sollevato nel maggio scorso da Qn-La Nazione, che aveva pubblicato in esclusiva i video choc delle bodycam indossate dai poliziotti che dimostrano come nel febbraio precedente il giovane studente fosse stato sottoposto alla manovra dell’hogtie – mani e piedi legati insieme – per tredici minuti, in seguito alle quali Falcinelli è ancora seguito da psichiatri, e non ha recuperato sensibilità alle mani. Con la chiusura del Pti lo studente, insieme alla mamma Vlasta Studenicova, che da mesi combatte per avere giustizia, vuole intentare causa civile contro gli agenti, ritenendoli responsabili di torture e indicibili violenze.

L’avvocato italoamericano Filippo Marchino, lo stesso che intentò causa alla Boeing per il disastro aereo in Indonesia che nel 2018 costò la vita a 189 persone, é già al lavoro insieme a un collega. Il sistema giudiziario statunitense infatti prevede che solo il procuratore possa avviare un’indagine penale nei confronti della polizia, non essendo previsto negli Usa l’obbligatorietà dell’azione penale. La denuncia invece è stata depositata alla procura di Roma, attraverso l’avvocato Francesco Maresca. Ieri Maresca ha consegnato al pm titolare dell’inchiesta il materiale completo: i video delle bodycam, anche se la famiglia accusa il Dipartimento di averli consegnati in ritardo e incompleti, e le cartelle mediche. "Dalla procura di Roma ho ricevuto rassicurazioni che saranno svolti tutti gli accertamenti" spiega il legale. Matteo è ancora al campus di Miami, senza mai essere riuscito a rientrare in Italia: a maggio il Dipartimento di Stato americano ha revocato il visto al ragazzo, costringendolo di fatto a restare negli States per timore di non poter rientrare e violare le disposizioni del Pti.

Del caso si era interessata la Farnesina: il ministro Tajani aveva sollecitato l’ambasciata americana a Roma, e riferito in Parlamento. E il Dipartimento di Stato Usa aveva annunciato la volontà di andare fino in fondo. Ma dopo 7 mesi mamma Vlasta accusa un silenzio assordante: "Sono in contatto con la Farnesina e con il console italiano a Miami, Michele Mustò, ma non abbiamo mai più saputo nulla", spiega la donna. Inoltre ha chiesto al ministero degli Esteri, ora che il Pti è terminato, ad aiutarla a riavere il visto per Matteo, per fargli terminare gli studi in Florida. La famiglia Falcinelli è in gravi difficoltà finanziarie: "Chiedo se a livello governativo italiano esistano fondi per aiutarci a sostenere questo difficile percorso".