PIETRO MECAROZZI
Cronaca

Crollo nel cantiere di via Mariti, errori e pressioni dopo i ritardi: “Lo vogliamo entro Natale”

Messaggi e telefonate per completare il supermercato: le carte svelano il clima. “Un mese indietro sui tempi e elementi rispediti al mittente perché realizzati male”

La messa in sicurezza delle travi da parte delle squadre di soccorso dopo il crollo

La messa in sicurezza delle travi da parte delle squadre di soccorso dopo il crollo

Firenze, 7 febbraio 2025 – Entro Natale 2023 “l’edificio commerciale” di via Mariti doveva essere consegnato. Si legge nelle mail. Nei messaggi. Lo ripetevano durante le telefonate. Tre o quattro al giorno. Pressioni, sollecitazioni ad accelerare i tempi di progettazione e produzione. Perché tutto era partito con un mese di ritardo. L’intero blocco di prefabbricati era stato progettato a rilento, perché la stessa azienda incaricata “non aveva esperienza in lavori di questa portata”. Quindi è subentrata “l’urgenza”. La necessità di risparmiare. Tempo e denaro.

Gli stessi tecnici della Rdb Ita, l’azienda produttrice della trave che si è sbriciolata dando il via al disastro, più volte hanno lamentato una “frettaeccessiva, in quanto per elaborare in modo “adeguato” i vari elementi sarebbero serviti più giorni, settimane, forse mesi.

È quanto emerge dalle carte dell’inchiesta sulla tragedia di via Mariti dello scorso 16 febbraio. Quel giorno sono morti cinque operai che stavano lavorando sulla “cappa” dello scheletro di acciaio e calcestruzzo del supermercato Esselunga in costruzione: Luigi Coclite, 60 anni, Mohamed Toukabri, 54, Mohamed El Farhane, 24, Taoufik Haidar, 45, e Bouzekri Rahimi, 56.

Da mercoledì, invece, sono tre gli indagati: l’ingegnere Carlo Melchiorre, 59 anni, e Alfonso D’Eugenio, 79, il primo responsabile dell’ufficio calcolo e responsabile tecnico di produzione di Rdb Ita spa, il secondo legale rappresentante sempre della Rdb Ita spa. Il terzo finito nel mirino della procura è invece il direttore dei lavori strutturali all’interno del cantiere per conto della committente La Villata, l’ingegnere Marco Passaleva, fiorentino di 70 anni.

Nei loro confronti, i pm Alessandra Falcone e Francesco Sottosanti ipotizzano l’omicidio colposo dei cinque operai e le lesioni colpose a carico dei tre muratori rumeni scampati alla tragedia. L’accusa di crollo doloso è invece limitata ai due rappresentanti della Rdb Ita. Sotto sequestro (preventivo) quattro sedi della Rdb Ita a Alseno, Atri, Piacenza e Caserta e l’area di via Mariti. Un’ondata di perquisizioni ha invece travolto gli uffici delle aziende coinvolte, degli indagati e di coloro che orbitavano nell’universo Rdb Ita.

Progetti, produzione, montaggio e tempo. Sono le parole chiave del caso. Soprattutto l’ultima. Un tecnico e geometra della Rdb Ita, nelle carte, ha raccontato che il cantiere di via Mariti è partito con un mese di ritardo. Perché la fornitura dei pezzi e l’esecuzione delle opere erano slittate drasticamente.

E qui entra in gioco la produzione. Perché i prefabbricati, in alcuni casi, arrivati a Firenze venivano poi “rimandati” allo stabilimento di partenza perché viziati da “errori di produzione”, per l’appunto. Il cantiere Esselunga, ammette ancora il tecnico, era “molto complicato” e a suo parere “studiato male”, con alcuni elementi “poggiati in un senso” mentre altri “andavano in un’altra direzione”.

A chiedere più celerità nei lavori erano a corrente alternata i vari referenti della committenza che tuttavia erano “molto esigenti” – soprattutto Esselunga – sulla qualità dei prefabbricati. E le loro richieste erano dettate da un ritardo originale dell’intera opera, che rallentava “la catena di lavoro degli altri fornitori”.