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I soccorsi
Figline Incisa Valdarno (Firenze), 22 ottobre 2023 - La città di Figline Valdarno è sconvolta per la tragedia a cui molti ieri pomeriggio hanno assistito in pieno centro: una giovane donna, Martina Breschi, 31 anni, è stata travolta e uccisa dalla stessa auto con cui era arrivata nel cuore del paese per fare degli acquisti. Alla guida c’era la suocera, 66 anni.
In auto anche la sua bambina, di circa 2 anni. Un pomeriggio di sangue a cui è difficile dare una spiegazione, con dettagli che la polizia municipale di Figline Incisa Valdarno e i magistrati stanno cercando di ricostruire.
La macchina era parcheggiata in via San Domenico, di fronte a un negozio. Martina è andata verso il portabagagli probabilmente per mettere dentro i sacchetti dello shopping appena concluso. L’auto, al cui volante era appunto la mamma di suo marito, è partita - per motivi da chiarire - all’indietro travolgendola. E uccidendola. A niente son serviti i soccorsi arrivati nel giro di pochi minuti con ambulanze della Croce Azzurra e della Misericordia di Figline, della Croce Rossa di Incisa e anche l’automedica. La giovane è morta di fronte agli occhi della suocera e della figlia. La 66 enne è stata portata in ospedale al Santa Maria Annunziata di Bagno a Ripoli (Fi) in codice giallo. È – comprensibilmente – sotto shock. Così come altre zone della Toscana dove i protagonisti di questa tragedia sono nati o vivono. La suocera infatti è residente a Pistoia. Martina invece era originaria di Prato, dove la sua salma è stata portata. Pare che trascorresse lunghi periodi a Londra, ma fosse rientrata a Castelfranco Piandiscò, nel Valdarno sotto il territorio provinciale di Arezzo, dove risiedeva col marito. Della tragedia è stato informato il pubblico ministero della Procura di Firenze. Si indaga sulle dinamiche dell’incidente, anche nell’ottica della nuova legge sull’omicidio stradale. Da una prima ricostruzione, sembra che l'auto fosse dotata del cambio automatico e che si sarebbe mossa in lieve discesa.
Si sono subito mossi gli psicologi del progetto “Mai più soli” firmato dal Comune con l’associazione Gabriele Borgogni pochi mesi fa: stanno già lavorando per supportare psicologicamente i familiari della vittima e della suocera e anche gli agenti di polizia intervenuti sul luogo.