PAOLO GUIDOTTI
Cronaca

Schianto fatale tra moto, la gita alla Futa diventa tragedia. Michele e Andrea perdono la vita

Le vittime del terribile frontale sono Andrea Vitiello, 50 anni, e Michele Fedeli, 49 anni

La scena dell'incidente e le due vittime: Michele Fedeli (in alto) e Andrea Vitiello

Firenzuola (Firenze), 23 luglio 2023 –  Un altro incidente mortale sulle strade di montagna, stavolta con due vittime. Si allunga la striscia di sangue che funesta da tempo le strade dei passi appenninici dell’Alto Mugello. Ieri, nel primo pomeriggio, l’ultima tragedia.

Chi era Andrea Vitiello. Lascia due figli

Morte di Michele Fedeli, grande dolore a Montaione

Uno scontro frontale, così dicono almeno le prime ricostruzioni effettuate dai carabinieri, sulla strada 65 del Passo della Futa, nel comune di Firenzuola. Due motociclisti in gita si sono scontrati frontalmente intorno alle 15: lo schianto tra le moto non ha dato loro scampo, ma i dettagli della dinamica sono ancora da chiarire. Le vittime sono Andrea Vitiello, 50 anni, di Carmignano in provincia di Prato, e Michele Fedeli, 49 anni, di Montaione (Firenze). 

A quanto risulta dai primi rilievi dei militari della compagnia di Borgo San Lorenzo, l’impatto sembra non sia avvenuto in una delle tante curve di questa strada appenninica che unisce Firenze a Bologna, ma su uno dei pochi e brevi rettilinei.

C’è una sorta di dosso, che limita la visibilità, e non risultano auto coinvolte nell’incidente: si tende a escludere quindi ipotetici tentativi di sorpasso.

Lo scontro tra le due potenti moto è stato violentissimo, i due motociclisti sono stati sbalzati in aria facendo un volo di parecchi metri. Quando carabinieri e soccorritori sono arrivati sul posto, nel tratto tra il passo della Futa e la frazione firenzuolina di Traversa, hanno trovato una scena drammatica: le moto praticamente distrutte, una senza la ruota anteriore, i corpi immobili dei motociclisti.

E’ stato allertato l’elisoccorso Pegaso, ed è intervenuta da Barberino di Mugello l’ambulanza con medico a bordo della Pubblica Assistenza Maria Bouturlin. Ma ben presto si è capito che non c’era nulla da fare. E i sanitari non hanno potuto che constatare per entrambi il decesso. La notizia della morte dei due motociclisti ha suscitato dolore e commozione a Montaione come a Carmignano.

Sconvolto un amico di lunga data di Andrea Vitiello: "Siamo cresciuti insieme a Campi Bisenzio – racconta con un filo di voce Giancarlo D’Agostino, titolare del pub campigiano Aran Island –, abbiamo trascorso la nostra infanzia in via Foscolo. La passione per le moto ha unito il nostro gruppo di amici. Lui era davvero molto appassionato. L’ho visto l’ultima volta due sere fa quando si è fermato al pub a salutarmi e a bere qualcosa. La notizia mi ha sconvolto. Mancherà a tutti noi moltissimo".

Da Campi Bisenzio, dopo il matrimonio Andrea Vitiello si era trasferito a Carmignano. Lascia due figli, un ragazzo ventenne e una ragazza di 16. Lavorava in una ditta di Prato che produce tessuti per gli interni delle automobili.

Per due ore, dalle 15.40 alle 17.45, ieri sera la strada della Futa è rimasta chiusa al traffico. Tragedie che accadono troppo spesso, e non mancano le polemiche sulla pericolosità della circolazione sulle strade dei passi appenninici: la strada del Giogo, quella della Futa, la strada che porta al passo della Raticosa, così come quella del Muraglione. Tutte frequentatissime, soprattutto tra la primavera e l’autunno e soprattutto nei fine settimana, da migliaia di motociclisti che arrivano sia dalla Romagna che dall’area fiorentina.

Talvolta le velocità e le traiettorie sarebbero più adatte alla pista del vicino autodromo internazionale di Scarperia, piuttosto che su quelle strade strette, curve su curve, segnate anche da restringimenti di carreggiata dovuti a frane.

In passato era buona prassi per le forze dell’ordine una presenza piuttosto frequente per controllare e frenare i motociclisti troppo veloci e meno prudenti, con pattugliamenti e posti di blocco organizzati congiuntamente tra polizie municipali e carabinieri. Un’abitudine che da qualche tempo sarebbe diventata meno frequente.

Paolo Guidotti