di Pietro Mecarozzi
Sono arrivati alle quattro della mattina, con il favore delle tenebre e un traffico urbano ancora dormiente. Gli agenti della polizia stradale di Grosseto e Firenze si sono dati appuntamento in via Cimabue, all’angolo con via Gioberti, a pochi metri di distanza da dove la notte tra il 16 e il 17 ottobre ha perso la vita il 42enne Lorenzo Brogioni, dopo che la sua macchina è stata travolta da una moto Bmw (rubata) che sfrecciava contromano a velocità inaudita.
L’obiettivo degli agenti? Acquisire più dettagli possibili sull’incidente in cui è morto Brogioni. Come? Con il Top Crash, uno strumento satellitare (creato dalla Divitech e con un prezzo di listino di 12mila euro) in grado di acquisire, con una precisione del cento per cento, punti specifici del reticolato urbano e ricreare una mappa tridimensionale su un tablet. L’apparecchio, che altro non è che un’asta con un’antenna per tecnologia sull’estremità, è in dotazione a tutti i corpi delle polizia stradale d’Italia e viene utilizzato in particolare per fare rilievi tecnici sui luoghi dove sono avvenuti degli incidenti stradali.
"Il Top Crash – spiega Michele Crispo, referente della società torinese Divitech – ha un margine di precisione centimetrico ed è spesso usato per ricostruire gli incidenti in ‘spazio aperto’, ovvero in luoghi dove non presenti palazzi e alberi". Per superare questi ostacoli, ieri mattina è stato usato anche il "distolaser, ovvero una nuova funzione dello nostro strumento che aumenta le prestazioni anche in questi contesti", continua Crispo.
Intanto, la vecchia e la nuova scuola si fondono per senso di giustizia: alla tecnologia della sofisticata sonda, gli agenti – coordinati dal sostituto commissario della polizia stradale di Grosseto, Luca Ciani – spulciano le foto scattate dalle telecamere della zona. In un frame si vede distintamente le teste dei tre individui che erano alla guida della moto, nelle altre immagini, invece, solo la scia di un proiettile a due rote che sfreccia nella notte.
Per la strada qualcuno si ferma a guardare: gli agenti lavorano in silenzio, battendo passo passo il percorso che la moto ha compiuto nella sua folle e criminale corsa. La sezione di Grosseto ha già utilizzato l’ultima versione dell’apparecchio e per tale motivo è stata chiamata a dare una mano. "Questo lavoro – aggiungono in coro gli agenti – ci permetterà di ricostruire il percorso della moto prima dell’impatto: incrociando i dati con i frame dei filmati registrati dalle telecamere di sorveglianza della zona, spiegano gli agenti della stradale, sarà possibile calcolare la velocità con cui il mezzo ha percorso via Gioberti e limare così i dettagli della dinamica dell’incidente".
Intanto, nel tablet del tecnico della Divitech, prende forma una via Gioberti in 3D, precisa fino all’ultimo brandello di asfalto. Da quel rilievo, che finirà nei pc della centrale della polizia, si potrà anche capire la forza dell’impatto che la moto ha avuto con la macchina di Brogioni.
Quanto alle indagini in procura: al momento è stato convalidato il fermo e disposto la misura della custodia cautelare in carcere per il ragazzo di 24 anni tunisino, che risulta senza regolare permesso di soggiorno, accusato di essere alla guida della moto che ha investito e ucciso il 42enne. Sarebbe stato l’esame del Dna a confermare che il giovane fosse il conducente. Sulla moto con lui c’erano altre due persone: un uomo è rimasto ferito, l’altra è riuscita a scappare.