di Francesco Ingardia
Colpo di scena. Ulteriori risvolti arricchiscono il caso della potenziale incompatibilità tra le cariche ricoperte da Fabio Giorgetti: consigliere comunale Pd in Palazzo Vecchio e presidente di Toscana Energia. Tutto parte dalla conferenza dei capigruppo di ieri. All’ordine del giorno, in extremis, si è registrata un’integrazione per "proseguire la discussione" del conclave di una settimana fa. I leader delle forze politiche che occupano gli scranni nel Salone de’Dugento attendevano con ansia un aggiornamento del segretario generale. Il quale si era impegnato nei giorni scorsi nel redigere ed esprimere un parere in punta di penna sulle sorti del Giorgetti entro il fine settimana.
Dal momento che - come riportato su La Nazione - nel frattempo imperversava la guerra di pareri di parte. Quello firmato dal pool di avvocati Chiti-Orlando sulla "incompatiblità inequivocabile" rilasciato alla controinteressata Patrizia Bonanni (la prima tra i non eletti in Consiglio in quota Pd, per quanto vicina alla leader di Firenze Democratica Cecilia Del Re). Opposto a quello emesso dall’avvocato Spatocco che blinda le cariche di Giorgetti e l’emolumento da 80mila annuo corrisposto per la presidenza della società che distribuisce gas naturale.
Ma il segretario ha optato per un giorno di ferie, anziché presenziare alla capigruppo di ieri. E allora è stato il presidente del consiglio comunale Cosimo Guccione a relazionare i presenti sul fatto che al segretario generale di Palazzo Vecchio sia pervenuta la richiesta dal Consiglio di avvalersi di un parere tecnico dell’Autorità nazionale anticorruzione per un "doveroso approfondimento". La conseguenza di tale passaggio? Un dilazionamento ulteriore delle tempistiche della saga. Per nulla andato giù, in primis, alla Bonanni. Al punto da adire la procura regionale presso la Corte dei Conti di Firenze tramite il deposito di un esposto, preso atto che, in fila, il presidente del consiglio Guccione, il segretario generale e la sindaca Funaro "non hanno ancora sottoposto la questione al consiglio comunale affinchè proceda a dare avvio alla procedura di verifica di cui all’articolo 69 Tuel", in materia di contestazione delle cause di ineleggibilità ed incompatibilità.
Ma lo strappo è anche politico. Perché se anche nella capigruppo di giovedì 19 il segretario generale continuerà a non proferir sentenza, le opposizioni, visionati i pareri di parte, sono pronte a chiedere la calendarizzazione della delibera all’ordine del giorno dei lavori del prossimo consiglio comunale, così chiamato a votare l’incompatibilità o meno di Giorgetti. Uno scenario infarcito di sussurri nei corridoi di Palazzo Vecchio, alimentato dall’opzione di uscita dall’aula delle stesse opposizioni per mettere con le spalle al muro il Pd e la maggioranza e stanare i franchi tiratori anti-Giorgetti scoccata l’ora del voto.