Firenze, 4 gennaio 2023 - "Bisogna ricominciare a promuovere la prevenzione nell’ambito delle malattie sessualmente trasmissibili: se ne parla poco e, in particolare i giovani, hanno spesso un approccio disinvolto e poco attento alle conseguenze per carenza di informazione". Le parole dell’immunologo di Careggi, professor Francesco Liotta, arrivano a distanza di un mese dalla giornata mondiale contro l’Aids. I dati del rapporto dell’Istituto superiore di sanità sono stati sviscerati nel dettaglio. E questo consente una lettura critica tale da fornire indicazioni per una battaglia più efficace all’Aids e al virus Hiv che la provoca mirata a tutta la popolazione.
Aids la Toscana stanzia fondi per formare il personale ospedaliero
Se è vero che il trend del numeto complessivo di nuove infezioni è in diminuzione (le nuove diagnosi sono state 1.770 in Italia nel 2021), questo dato, come spiega l’infettivologo dell’Asl Toscana centro Massimo Di Pietro che da sempre si occupa di Hiv e Aids, è influenzato anche da mancate diagnosi negli anni del Covid (nel 2020 era stato rilevato il dato più baso, in risalita nel 2021).
Un fatto che ha causato un aumento delle diagnosi tardive passando dal 53,4% nel 2014 al 63,2% nel 2021 (in Toscana 61,5%) con aumenti più evidenti nei giovani sotto i 25 anni, sia eterosessuali sia omosessuali. Toscana, Emilia, Lazio e Valle d’Aosta sono le regioni in cui la crescita è più marcata. E tra i capoluoghi di regione, dopo Roma e Bologna, Firenze è la città con il tasso più alto di incidenza.
Cresce preoccupantemente la percentuale di diagnosi di Hiv con concomitante diagnosi di Aids: siamo al 28,5% contro il 21,4% del 2012. Questo spunta le armi delle cure. "Abbiamo anche registrato un decesso a causa dell’Aids", spiega Di Pietro. Uno, due casi all’anno è la media nel nostro territorio.
Ma i dati che più colpiscono sono quelli relativi alla Toscana e a Firenze che rivelano effettivamente quanto la mancata comunicazione dei rischi e la scarsa attenzione alle misure di prevenzione incida percentualmente sulle diagnosi di nuovi casi.
Firenze, tra tutti i capoluoghi di regione, è quella dove si registra la percentuale più alta in assoluto di nuovi casi tra donne eterosessuali 36,6% (a Bologna è il 12%, a Roma l’8,6%) e tra maschi eterosessuali 26,8% (a Bologna è il 16%, a Roma il 17,6%). Di converso Firenze è la città d’Italia con la percentuale più bassa di contagi tra maschi omosessuali: 19,5%, contro il 64% di Bologna e il 50,6% di Roma.
"Questo fenomeno era stato registrato negli anni precedenti in altre regioni e in altri capoluoghi, mentre in Toscana e a Firenze si osserva adesso – spiega l’infettivologo Di Pietro – Ed è proprio la carenza di informazione".
Le classi d’età maggiormente rapresentate sono quelle fra i 30 e i 39 anni (27,7%) e fra i 40 e i 49 (26,1%). Mentre gli stranieri in Toscana rapprersentano il 29,5% dei nuovi casi, gli italiani il 70,5% (dato in linea con la media nazionale).