PIETRO MECAROZZI
Cronaca

Crollo di Firenze, le indagini: telefoni sequestrati e carotaggi. Maxi appalto, aziende al setaccio

Scattano i rilievi della Scientifica su alcune porzioni della trave incriminata, al vaglio smartphone e pc. La procura non esclude nessuna pista: si cerca di riavvolgere il nastro del crollo misterioso

Firenze, 21 febbraio 2024 – Perché? Come? Di chi è la responsabilità? Dentro la trave crollata si cercano risposte. La polizia scientifica ha iniziato a eseguire dei ’carotaggi’ in alcune porzioni del pilone incriminato per analizzarne e valutare la conformità del cemento armato.

I rilievi nel cantiere di via Mariti dopo l'incidente (New Press Photo)
I rilievi nel cantiere di via Mariti dopo l'incidente (New Press Photo)

Un’analisi che richiede tempi tecnici, e che parallelamente è accompagnata dalle ispezioni che la polizia postale di Firenze sta coordinando con l’ausilio dei colleghi delle altre sezioni regionali nelle sedi delle aziende coinvolte: una miriade.

L’inchiesta sul crollo avvenuto in via Mariti va avanti. Dentro il fascicolo – al momento ancora senza indagati – i reati restano omicidio plurimo colposo, disastro colposo e crollo. Le famiglie sono ancora in attesa di vedere i corpi dei loro cari, e si stanno rilevando anche le impronte dattiloscopiche e le analisi genetiche per verificare l’identità dei morti, perché si ha il timore che ci siano molti alias rispetto ai nominativi del diario del cantiere e non è del tutto chiaro quale sia l’operaio ritrovato ieri sera sotto le macerie e quali quelli di cui è già stato rinvenuto il cadavere.

Si stanno muovendo, invece, in tutta Italia gli agenti della Postale, che ieri hanno acquisito nuovi documenti riguardanti la progettazione della trave franata nella sede di Piacenza della Rdb (società che ha costruito il pilone prefabbricato e altri manufatti).

La trave crollata è arrivata ’difettosa’? È stato commesso un errore durante il suo posizionamento? La colpa è di un perno non fissato, oppure dello slittamento dalla mensola su cui era appoggiata?

E ancora: sono stati errati i calcoli di progettazione dei manufatti? Migliaia di file sono stati raccolti fino a da oggi e tanti ancora arriveranno nei prossimi giorni. Al vaglio sono finiti anche cellulari e computer di alcuni vertici delle aziende che compaiono nella giungla di appalti e subappalti del cantiere di via Mariti. Si cerca tra le chat, nei messaggi e nelle mail: l’obiettivo degli inquirenti, coordinati dal procuratore capo Filippo Spiezia, è quello di ottenere quanto più materiale possibile sul caso Firenze.

Comprese eventuali conversazioni avvenute dopo il crollo tra i soggetti a capo delle società incaricate di costruire il traliccio prefabbricato e che avevano in gestione il personale operativo compresi i cinque operai rimasti schiacciati dalla valanga grigia e i tre feriti. Nel frattempo, spunta un nuovo video che riprende il momento del crollo da una visuale posteriore al cantiere.

Nelle immagini si vede un pannello in calcestruzzo che cade sfiorando lo scuolabus parcheggiato sulla strada, e poco più in alto un movimento anomalo di quella che sembra la parte esterna di un putrella.

È il punto di rottura della trave o della mensola che la sorreggeva? Saranno le indagini a dirlo, anche se per il momento la procura di Firenze non ha ancora nominato il consulente tecnico che si occuperà del caso. Quanto ai sopralluoghi effettuati dai tecnici della squadra Grandi opere dell’Asl: secondo le prime indiscrezioni, sono stati, da inizio lavori, in tutto nove.

Nel 2021 e nel 2022 sono stati rispettivamente due i controlli, nel 2023 invece ben quattro, mentre l’ultimo risale al 12 gennaio 2024. Chi lavorava nel cantiere di via Mariti? Il procuratore Spiezia ieri ha puntualizzato che dopo le prime verifiche emergerebbe l’irregolarità sul territorio italiano di alcuni lavoratori.

Una delle vittime nordafricane avrebbe un permesso di soggiorno rifiutato nel 2020. Sono in corso accertamenti sulla sua posizione (questo non significa automaticamente irregolarità: potrebbe aver infatti aver impugnato il provvedimento di rigetto ed essere impiegato al lavoro) e più in generale sulle mansioni e sull’inquadramento contrattuale non soltanto delle vittime.