Ventisette tra tigli, olmi, robinie bucati con un trapano, forati sul fusto, fori sempre uguali, ciascuno di un centimetro circa di diametro. Niente parassiti, però: dentro alcuni fori, liquido maleodorante, tossico, diserbante forse, iniettato per far degenerare e seccare foglie e piante. E’ una strage di alberi tentata e in parte attuata, quella scoperta dai carabinieri forestali di Borgo lungo la SP 503, la provinciale del Passo del Giogo, Comune di Scarperia e San Piero.
C’è stato un primo momento in cui gli investigatori, notato un buco su una pianta a ridosso della strada, hanno sudato freddo: al Sud la ’pratica’ di disseccamento specie di ulivi secolari, è drammaticamente diffusa. C’è la mafia, dietro, interessata ai terreni. Le indagini per fortuna hanno preso tutt’altra direzione: sarebbe stato un pensionato a danneggiare le piante, per aumentare l’illuminazione naturale e la vista sulla vallata del Mugello della sua abitazione a monte della strada. In corso perizie per stabilire con certezza quali sostanze sono state usate per danneggiare le piante. L’uomo è stato denunciato. Riscontrati i fori sulle piante i carabinieri hanno appurato che le piante, specie forestali arboree tra radicate sul margine a valle della Provinciale del Passo del Giogo, insistono e sviluppano per una sessantina metri su terreni di Città Metropolitana, ente gestore della strada e parte offesa del reato. I fori praticati ad un’altezza variabile da terra, con andamento dall’alto verso il basso e con profondità variabile a seconda del diametro della pianta, sono stati fatti (non tutti) di recente: notata ancora a terra la segatura. Quattro i tigli di maggiori dimensioni già seccaginosi, con fori meno recenti. Alcune piante sembrano in ripresa vegetativa ma l’effetto dell’avvelenamento sarà riscontrato poi.
giovanni spano