REDAZIONE FIRENZE

"Inquadra la stanza". Esami via web, le regole

Decalogo per gli studenti che devono rispondere alle domande a distanza. Il cellulare? Visibile e a faccia in giù. E niente foglietti

Rinchiudersi da solo in una stanza, posizionare la webcam a 1,5-2 metri (addossandola preferibilmente al muro per non avere in alcun modo nessuno davanti a sé), invitare genitori e fratelli a non usare la rete e…pregare che la connessione non cada. Si fa presto a dire ‘esami a distanza’ per gli studenti universitari.

Per evitare che qualcuno faccia il furbo (troppo facile sarebbe tappezzare la parete davanti di appunti o farsi suggerire da qualche amico esperto), l’Università di Firenze ha stilato un decalogo ben preciso per quanto riguarda gli esami a distanza, siano essi scritti o orali.

Tra le prescrizioni, quella di inquadrare volto, mani, fogli e un minimo di spazio circostante. Anche lo smartphone, in caso di prova scritta, deve ricadere nell’inquadratura.

Rigorosamente girato ‘a faccia in giù’, deve essere poi afferrato nel momento in cui lo studente è chiamato a scannerizzare le proprie prove scritte. Per il momento, "non stanno sorgendo particolari difficoltà", fanno sapere i docenti che hanno svolto la sessione di aprile.

"I ragazzi si stanno dimostrando maturi - dice il presidente della Scuola di Scienze, Gianni Cardini -. Insomma, finora non abbiamo notato alcun tentativo di fare i furbi".

"Certo – prosegue poi – i problemi non mancano. Mi riferisco alla lentezza con cui riusciamo a svolgere le prove e soprattutto ai problemi di connessione di alcuni studenti. Mi è capitato che durante un esame la linea cadesse anche 2-3 volte. Come in tutte le cose, ci vuole un minimo di flessibilità. Sono dunque ripartito dall’ultima domanda ed ho fatto proseguire la prova".

Il vero banco di prova sarà la sessione estiva. Tra giugno e luglio dovranno essere esaminati centinaia e centinaia di studenti. "Di solito per Storia contemporanea faccio fare un esame scritto, ma vista la situazione opterò solo per l’orale - fa sapere il professor Fulvio Conti -. Un conto è dare un quiz a cui rispondere in tempi ristretti, un altro chiedere risposte argomentate. Sarebbe molto difficile controllare i ragazzi. È vero comunque che non bisogna avere un atteggiamento poliziesco".

Storcono invece la bocca gli studenti: "Si pensa più al controllo che a mettere a proprio agio gli studenti - accusa Matteo Atticciati, senatore accademico di Csx -. Non tutti i ragazzi hanno buone connessioni ed una stanza in cui stare da soli. Vorremmo che UniFi predisponesse spazi adeguati per svolgere gli esami a distanza senza problemi. Non sarebbe male se anche i vari Comuni adibissero le loro biblioteche a questo scopo".

"Stiamo lavorando in tal senso - assicura il rettore Luigi Dei -. Ho già dato mandato di iniziare ad attrezzare qualche aula nei plessi più performanti dal punto di vista della connessione. Certo, offriremo questo tipo di sostegno agli studenti che hanno reali difficoltà. Mi piace molto l’idea di coinvolgere i Comuni nel predisporre spazi ad hoc per venire incontro agli studenti alle prese con gli esami in questa modalità".

"Per quanto riguarda il rischio-furbetti - aggiunge il rettore, - vedo che i ragazzi sono molto corretti e responsabili. Le sessioni di aprile si sono svolte bene, anche nelle forme scritte. Qualche studente, addirittura, alla fine della prova ha ammesso che, davanti al pc, si emoziona meno. Un aspetto positivo, senza dubbio, ma io non vedo l’ora di rivedere i ragazzi di fronte a me".

Elettra Gullè