Elena Marmugi
Cronaca

Microplastiche e inquinamento delle acque: ecco Diana, il drone che scandaglia i fondali

Il prototipo di natante a guida autonoma progettato dalla società Materia 3 è in grado di rilevare parametri inquinanti nelle acque prevenendo rischi per ambiente e popolazione. Il geologo Mauro Croci, amministratore unico della società: “Tre cardini fondamentali: innovazione, sicurezza e prevenzione”

Firenze, 26 ottobre 2024 – Chi è Diana? La dea della caccia. Ma il nome identifica anche l’acronimo di Drone idrografico ambientale natante autonomo. Un congegno unico ed eccezionale che ha l’importantissima missione di rilevare agenti inquinanti negli specchi d’acqua. Dalle microplastiche agli idrocarburi, in un certo senso anche questo piccolo catamarano sospinto da due eliche è un cacciatore professionista di tutto ciò che all’acqua (e per riflesso alla vita) nuoce. E la sua storia rasenta il mito: Diana è stata creata grazie a una start up e grazie alla perseveranza e all’ingegno dell’inventore, il geologo ambientale Mauro Croci, di Anghiari, e dei suoi collaboratori Niccolò Martini (chimico, responsabile campionamenti e monitoraggi), Ilaria Noemi Frau (geologa, responsabile area bonifica siti contaminati) e Marcello Ghinassi (geologo, responsabile area geotecnica e idrogeologia). Insieme hanno fondato a Firenze la società “Materia 3” della quale Croci è l’amministratore unico. Orgogliosamente portano avanti con grande impegno il progetto.

Creare un drone ambientale, da cosa nasce l’idea?

"L’obiettivo era di creare qualcosa che non ci fosse sul mercato, un’innovazione unica che consentisse di rilevare parametri chimici nelle acque e potenziali inquinamenti. Così è nato il prototipo Diana”.

Da start up a società con una ventina di dipendenti, un percorso non sempre semplice

"Materia 3 è una start up nata investendo tutto il mio Tfr dopo l'uscita da Teseco e grazie all'ottenimento di un finanziamento agevolato previsto dal bando della Regione Toscana per la creazione di start up innovative. Nel 2020 Materia 3 fu l'unico progetto finanziato di quella sessione. Vista l'impossibilità di avere l'anticipo del finanziamento sulla base della bozza del documento fornito per richiedere la fidejussione e considerato che nessuna banca né assicuratore accettava di rilasciare credito su quelle basi, il progetto per l'avvio della start up ha rischiato di non partire. Poi Artigiancredito Toscano S.c. e Banca di Cambiano filiale di via Maggio, 84 a Firenze, su loro iniziativa, hanno permesso l'avvio del progetto erogando un mutuo tramite la Banca e in parte garantendolo tramite Artigiancredito nelle persone di Cristina Parigi (Artigiancredito) e dell'allora direttore della filiale di Banca Cambiano Francesco Bertini. Così oggi Materia 3 fa lavorare circa 20 persone tra dipendenti e collaboratori esterni e fattura circa 750.000 €/anno puntando a 1,5 milioni entro la fine del 2025”.

Chi ha progettato questo drone e quali sono le sue caratteristiche?

"Si tratta di un prototipo. La nostra idea è stata trasformata in realtà dall’ingegnere aeronautico Simone Duranti della Aer Robotix di Caselle, nel Torinese. Diana è un drone natante a guida autonoma sospinto da eliche posizionate sulle due sommità posteriori del catamarano per evitare, con il loro movimento, eventuali contaminazioni degli specchi d’acqua da analizzare. E’ in grado di effettuare e registrare misurazioni multiparametriche istantanee (ossigeno disciolto, conducibilità,  pH, salinità, gravità specifica dell'acqua salata, etc...), preleva campioni da analizzare in laboratorio e misurare la profondità con ecoscandaglio per ogni punto indagato georeferendo il dato con gps”.

Ambiente, nuove tecnologie, prevenzione di calamità e sicurezza sul lavoro sono i temi sui quali si fonda Materia 3

"Puntiamo all'implementazione di tecnologie innovative per la raccolta di dati dalle matrici ambientali (terreni, acqua e aria) da utilizzare per lo studio dei siti contaminati, dissestati e dell’ambiente. Materia 3 effettua inoltre attività di monitoraggio dei siti contaminati e conduzione impianti tecnologici per la bonifica dei siti oggetto di procedimento di bonifica. La prevenzione sui dissesti idrogeologici resta un cardine fondamentale della nostra attività perché primario dovrebbe essere indagare zone potenzialmente critiche, farne una mappatura e intervenire prima dei dissesti. La migliore prevenzione contro il dissesto idrogeologico è la regimazione dell’acqua attraverso canalette, drenaggi, scoli, sistemi per regimare le acque derivanti dalle precipitazioni da monte a valle attraverso canali preferenziali che contrastino l'energia di rilievo. Ma per fare questo su un territorio vasto servono molti fondi, quindi spesso ci troviamo a intervenire dopo, a disastro avvenuto in emergenza. Si dice che ogni euro investito nella prevenzione ne faccia risparmiare 5, noi ci crediamo. Per quanto riguarda la sicurezza e la prevenzione sui luoghi di lavoro sicuramente le nuove tecnologie ci supportano: Diana può essere pilotato da remoto senza che un operatore stia ore in mezzo a un lago. Ma si può anche pensare di creare droni che evitino ai tecnici di arrampicarsi su antenne o camini con strumenti pesantissimi per rilevare gli inquinamenti delle industrie”.