FRANCESCO GURRIERI
Cronaca

Addio alla storica insegna Martini. Firenze, rimosso uno degli ultimi vessilli del passato

Quella scritta che tutti vedevano da piazza della Repubblica non c’è più. Se ne va un frammento di memoria della nostra giovinezza

Rimossa la storica insegna Martini in piazza del Duomo a Firenze (Foto Germogli)

Rimossa la storica insegna Martini in piazza del Duomo a Firenze (Foto Germogli)

Firenze, 27 luglio 2024 – E’ un titolo d’onore morir per ultimi. Vuol dire che si è lottato e testimoniato fino allo stremo, fin dove gli altri non ce l’hanno fatta. E’ quel che è accaduto alla grande insegna "Martini" trionfante da piazza della Repubblica. Piazza amata e odiata, che non è mai andata giù ai fiorentini da quando fu loro consegnata con tutto il resto "da secolare squallore a vita nuova restituita" come si legge nell’epigrafe dettata da Isidoro Del Lungo. Così, anche questa tardiva rimozione della grande insegna a cui eravamo abituati (e sommessamente memorizzata), finisce nel coacervo delle ininterrotte mutazioni urbane di questo frammento di città. Ma perché la sentiamo, nostalgicamente, quasi una ferita?

Perché se c’è un luogo dove le discussioni, i dispareri, le lotte tra fazioni, i peggiori sgarbi intellettuali, si sono consumati, ebbene, quello è piazza della Repubblica. Già piazza Vittorio Emanuele II ("piazza Vittorio", ancora nel lessico di tanti cittadini), già piazza del Mercato Vecchio e giù ancora fino al Foro Regio. Fra i mutamenti, il più importante, fu l’arrivo della grande e spropositata statua del re, poi spostata alla testata delle Cascine. Se ne andò nel 1932, facendo posto alla ricollocazione (non senza polemiche) della collocazione romana, laddove il cardo della città romana incontrava il decumano. Ciò per ricordarci questa piazza "ad assetto variabile" che ha accompagnato la memoria collettiva. E con questa le insegne al neon. Un gas magico che illuminava quelle più fantastiche, considerate la punta avanzata delle strategie pubblicitarie. E la cosa divertente e non poco contraddittoria fu che mentre, a metà anni Cinquanta, il Comitato per l’Estetica cittadina festeggiava la nuova Colonna (eretta dal bravo ingegnere comunale Giulio Cesare Lensi Orlandi Cardini), si consolidava la pratica di realizzare sulle parti sommitali dei palazzi le insegne al neon. C’è un bel disegno pubblicato proprio da La Nazione "per la ricostruzione della Colonna", dove l’intero perimetro dei tetti della piazza della Repubblica è caratterizzato dalla presenza di insegne della Philips, dell’Idrolitina, di Sapori, della Stock. Del resto, la suggestione e l’accoglienza di questa tipologia pubblicitaria veniva da lontano e interessava Firenze non meno di Milano, Roma, Napoli ed altre città d’arte. Ma soprattutto erano le immagini della New York notturna. Parigi aveva la sua Pigalle notturna affidata alle insegne al neon, statiche o in movimento. Addio, vecchia insegna Martini: se ne va un frammento di memoria della nostra giovinezza.