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Nas all’uscita dalla Rsa di Settignano, una delle quattro finite nel mirino
di Pietro Mecarozzi
Esattamente una settimana fa, il Gruppo Sereni Orizzonti, con una mail dal titolo "comunicazione importante", avvisava alcuni parenti e amministratori di sostegno di una "possibile contaminazione avvenuta nella cucina del centro di cottura" della rsa Monsavano di Pelago. Nel messaggio veniva comunicato che "a fronte di alcuni disturbi gastrointestinali che hanno coinvolti gli ospiti" erano state attivate le "procedure preventive per limitare l’aumento dei casi". E di conseguenza, la cucina veniva "preventivamente chiusa" per espletare "tutte le indagini del caso", e il pasto "veicolato da azienda esterna autorizzata". In calce, un laconico "ci scusiamo per il disagio".
Nessun riferimento viene fatto ai tre anziani morti dopo il ricovero negli ospedali di Ponte a Niccheri e Santa Maria Nuova. Avvenuti uno lunedì mattina, uno lunedì pomeriggio e uno nella notte tra lunedì e martedì (la mail è di martedì alle ore 19). E nessun riferimento si legge sui 114 casi di gastroenterite su un totale di 173 pazienti presenti nelle quattro case di cura coinvolte.
Oggi, quella missiva digitale, assume un valore doppio, se non triplo. E fornisce una nuova visione sulla tragedia che ha travolto Firenze. Ma andiamo con ordine. Gli anziani deceduti sono Gianpiero Samuelli, 88 anni, Daria Tanzini, 89 anni, e Carla Ferretti, 80 anni. I primi erano ospiti della Villa Desiderio di Settignano, mentre la terza vittima in quella di Monsavano a Pelago. La cena ’incriminata’ è avvenuta domenica 9 febbraio. E i primi malori si sono verificati nella notte di domenica e la mattina del lunedì. Il menù ’contaminato’ era a base di passato di carote, verdure, coniglio e patate, pizza. Da capire se la contaminazione sia avvenuta dove si preparano i cibi o se invece un alimento sia arrivato alla cucina della rsa già compromesso. Due le versioni. La Sereni Orizzonti giovedì scorso, giorno della pubblicazione del primo articolo ’detonatore’ della vicenda, ha fatto sapere "l’ipotesi più probabile è al momento una contaminazione all’origine di qualche prodotto alimentare, consegnato da fornitori esterni". Due giorni prima, però, nella sopraccitata mail, scrive invece di una "possibile contaminazione avvenuta nella cucina del centro di cottura".
Proseguono intanto le indagini della procura di Firenze. Il nucleo Nas dei carabinieri di Firenze e gli ispettori dell’Asl Toscana centro hanno acquisito documentazione riguardante la catena di acquisizione, trattamento e conservazione degli alimenti. Al vaglio anche le schede dei turni del personale sanitario, in attesa anche degli esiti degli accertamenti svolti nel centro cottura di Monsavano, da dove tutto è partito.
Il pm Benedetta Foti, che nei giorni scorsi ha aperto un’inchiesta a carico di ignoti ipotizzando i reati di omicidio colposo e adulterazione o commercio colposo di sostanze alimentari, ha anche disposto l’autopsia suo uno dei tre corpi. Quello di Daria Tanzani. Nelle prossime ore si potrebbero già avere le prime risposte sulle effettive cause del decesso dell’anziana.
Per gli altri due corpi, invece, i legali delle famiglie, nelle denunce depositate, hanno fatto richiesta di riesumare le salme, entrambe già sotterrate – i parenti di Samuelli non avrebbero ricevuto la mail di martedì della società – , e di eseguire l’autopsia. Secondo quanto emerge, la pm avrebbe espresso parere favorevole.
Botta e risposta invece tra Lorenzo Pellegrini, avvocato della famiglia Samuelli, e la società Sereni Orizzonti. Ieri la holding di Udine ha fatto sapere di aver tentato più volte di "parlare con la figlia Lucia", senza però riuscirci, e di aver inviato quindi "una mail per esprimere il nostro cordoglio". Il legale, oltre a sottolineare il ritardo di otto giorni delle condoglianze, chiede a nome della famiglia di avere "spiegazioni su quanto accaduto la sera e la notte di domenica".