
Disinfestazione
Firenze, 17 luglio 2018 - Nel 2017 registrarono un vero e proprio “boom”, grazie alla siccità e al clima impazzito. Ma anche quest’anno, nonostante una stagione più mite e piovosa, gli “insetti alieni” non hanno mollato la presa. Si tratta di specie invasive, provenienti da altre zone del mondo. Il fenomeno ha conseguenze importanti, non solo a livello agricolo ed economico, ma anche per la salute delle persone, con un aumento delle punture pericolose e delle reazioni allergiche.
Non a caso, della situazione si stanno occupando da tempo due prestigiose istituzioni italiane, entrambe con sede a Firenze, l’Accademia dei Georgofili e l’Accademia nazionale di entomologia. Il professor Santi Longo, già ordinario di Entomologia agraria all’Università di Catania fa parte di entrambe e sta seguendo il fenomeno. Professore, il fenomeno degli insetti alieni prosegue anche quest’anno? «La situazione sotanzialmente è immutata se non peggiorata. C’è stata infatti meno siccità, ma questo non ha inciso molto sulle presenze di insetti. Gran parte di queste specie sono di origine tropicale e subtropicale ed è quindi il freddo a dare loro più fastidio, mentre il caldo umido le facilita».
Quali sono le specie più presenti? «Ce ne sono moltissime e arrivano soprattutto dalle Americhe e dall’Oriente. Fra queste tante cocciniglie, il Punteruolo rosso, noto per i danni provocati alle palme della Versilia, oppure la Diabrotica del mais, un piccolo coleottero che attacca questa coltura e che è favorito dal mancato utilizzo della tecnica della rotazione. In Toscana sta facendo grossi danni alle siepi di alloro lo Xylosandrus, che arriva dall’Asia e che in Sicilia ha attaccato i carrubi. Sembra comunque che questo insetto abbia registrato un certo calo a causa del clima un po’ più rigido».
Ci sono insetti pericolosi per l’uomo? «Gli insetti che preoccupano maggiormente sono la Vespa Orientalis, originaria del Sud Est europeo, e la Vespa Velutina. La prima è da tempo arrivata in Sicilia e sta risalendo verso Nord trovando un clima sempre più adatto. Da Marsiglia invece è partita la diffusione della Velutina, che secondo gli studi sarebbe arrivata con un carico di porcellane dalla Cina. Ha già raggiunto la Liguria e anche il nord della Toscana, dove c’è quindi grande attenzione. Questi due calabroni non solo hanno punture pericolose, ma uccidono le nostre api, con enormi danni per gli apicoltori».
Le ultime segnalazioni riguardano nuovi tipi di punteruolo. Di cosa si tratta? «Va distinto il punteruolo “nero” da quello “nero del fico”. Il primo attacca le agavi e in Toscana non pare ancora arrivato. Il secondo invece è stato avvistato per la prima volta in Italia prorpio nella zona pistoiese. L’attacco più imponente si è poi avuto nel Comune di Carmignano (Prato), famoso per la produzione del fico secco. Questo insetto, originario dell’Oriente e dell’Australia, si nutre delle radici e dei rami del fico, fino alla completa distruzione della pianta».
Come fare per difendersi dagli ‘insetti alieni’? «Oltre al monitoraggio, il metodo migliore resta quello ‘biologico’ individuando cioè insetti antagonisti. È un meccanismo che, per esempio, ha funzionato molto bene contro il Cinipide del castagno. Non per tutti gli insetti però è possibile metterlo in pratica, quindi restano le difese chimiche e meccaniche, con l’eliminazione delle piante infestate. Molto importante è poi anche la lotta micro-biologica».