REDAZIONE FIRENZE

"Io vecchio stile. Visito sempre a domicilio"

Il giovane medico di Greve in Chianti, Andrea Aristippo, racconta l'importanza delle visite domiciliari per mantenere il rapporto medico-paziente e affrontare le sfide della medicina moderna.

"Ogni medico ha tanti pazienti, ed è complicato andare a domicilio. Io cerco di farlo". Andrea Aristippo è un giovane medico di 32 anni di Greve in Chianti. Proprio nei giorni scorsi ha accettato di andare anche a Lucolena.

"Cerco sempre di fare del mio meglio. Una volta che si è preso il controllo della situazione tutti i colleghi qui fanno le loro visite domiciliari. Ovviamente secondo il proprio modo di lavoro" spiega. Perché la visita domiciliare ancor più della ambulatoriale è l’unico modo per far sopravvivere

il rapporto medico paziente, ancor di piu ora che esiste la IA. Se vedi il corpo umano capisci. Se metti mano sul paziente, salvi il lavoro del medico di famiglia". "Per questo – aggiunge – le ho fatte sempre e quando poi ovviamente non ci sono i caratteri d’urgenza se uno sa di poter rimandare al giorno dopo lo fa". La priorità sono "le persone anziane che non si muovono con tante patologie, specie poi con la stagione autunnale e invernale si sa c’è sempre l’anziano che fa la bronchite acuta. Si cerca di andare dalle emergenze vere". Il dottor Aristippo spiega che "gli unici problemi che si possono avere sono sono di tempo. Specie se fai l’ambulatorio e si dovrebbe fare la vista proprio in quel momento". E commenta: "Fortunatamente è raro che capiti questa coincidenza. Io cerco di fare le visite domiciliari e devo dire che la gente è molto contenta perché questa la vera forza della medicina di famiglia. Perché tra le caratteristiche del medico di famiglia sono proprio quelle visite che permettono di costruire il rapporto di fiducia con il paziente. E se non risolvi il problema è perché è complesso". Il dottor Aristippo ammette: "A me piace fare le domiciliari, conoscere il paziente, parlare a tu per tu e spiegare cosa c’è da fronteggiare. È chiaro che quando vai a fare una visita domiciliare comunque capisci molto di più del paziente, riesci ad andare oltre i soli elementi clinici. Mi capita di rado farne dalle 5 alle 8 visite a settimana e comunque me la gestisco bene. In genere sono due".

Andrea Settefonti