EMANUELE BALDI
Cronaca

Joe e Valdo, quell’amicizia d’estate: "Lo incontrai in una Firenze deserta. Uomo semplice, di grande umanità"

Nel luglio del 1987 Spini, allora sottosegretario socialista, conobbe il futuro presidente degli Stati Uniti "Dalla tragedia della moglie e della figlia all’amore e alla straordinaria visione politica. Ecco il mio ricordo".

Joe e Valdo, quell’amicizia d’estate: "Lo incontrai in una Firenze deserta. Uomo semplice, di grande umanità"

Joe e Valdo, quell’amicizia d’estate: "Lo incontrai in una Firenze deserta. Uomo semplice, di grande umanità"

Luglio 1987, il fiato bollente del solleone estivo era ben lungi da l’essere ribattezzato Caronte – e forse comunque assai più garbato nei modi di quello che ci fa la ’non richiesta’ compagnia in questi – soffiava forte su Firenze. Di tutto aveva voglia Valdo Spini, allora quarantenne e sottosegretario al ministero dell’interno, tranne che di trattenersi nell’altoforno fiorentino.

La macchina era già carica di bagagli e il cofano orientato in direzione Marina di Massa. Ma il telefono squillò. "Pronto, Spini? è l’ambasciata Usa. Lei che parla bene inglesedovrebbe avere un colloquio con un senatore americano che si trova in città...".

Il dovere innanzitutto e così Spini prese la direzione della sede del Circolo Rosselli. "Pensavo di incontrare un senatore, non un papabile presidente degli Stati Uniti" scherza oggi, a 37 anni di distanza da quel pomeriggio. Quando Spini aprì la porta del Circolo si trovò davanti un giovanottone di qualche anno più grane di lui, Joe Biden. "Si presentò e mi disse di rappresentare il piccolo stato del Delaware nel New England, nella storica costa Est degli Usa" ricorda Spini che parla di un uomo garbato, educato e per nulla tronfio anche se, sottovoce, mi disse in modo molto piano,che intendeva concorrere alla nomination democratica per le elezioni presidenziali US A del 1988".

Inciso di Spini: "La mia delusione fu grande, quando, nel settembre successivo, Biden dovette abbandonare la campagna per uno di quei cosiddetti “scandali” che percorrono la politica americana, una roba montata ad arte. Nel suo caso si sarebbe trattato della mancata citazione del precedente autore di un pezzo dei suoi discorsi elettorali (fu accusato di avere plagiato Neil Kinnock) e di una non corretta citazione di un suo voto scolastico".

L’appuntamento con la storia era solo rimandato ma non è di questo che a Spini importa raccontare quanto di quel prezioso e raro incontro "per il quale valse la pena di rinunciare a un tuffo al mare". "Capii subito che Biden, irlandese di orgine, teneva molto all’Europa e ai rapporti degli Usa con la stessa – prosegue – Di me voleva capire bene le posizioni sulla politica estera e tra l’altro ci trovammo subito d’accordo su un punto, Sugli euromissili si stava infatti profilando l’opzione zero, da una parte e dall’altra, proprio quella per cui noi socialisti ci eravamo battuti".

In Italia era la Belle Époque di Bettino Craxi, Sigonella era ancora storia fresca, "e Biden mi disse di apprezzare molto l’operato del leader socialista".

"Mi resi conto che avevo davanti a me un vero animale politico, un uomo che non si risparmiava in nulla e che anche in vacanza voleva documentarsi, capire e conoscere". "Un uomo – ricorda Spini – che si aprì subito con me raccontandomi anche i suoi dolori. Il giorno stesso della sua elezione in Senato aveva perso la moglie e una figlia in un incidente stradale, gli altri due figli erano rimasti seriamente feriti. Si riteneva allora in dovere da quel momento di ritornare ogni sera da Washington a casa, a Wilmington (Delaware) per assicurare loro la sua presenza".

Eccoci all’oggi. Biden ha fatto un passo di lato nella corsa per il trono d’America. "E io – conclue Spini con un briciolo di commozione – voglio mandargli un messaggio d’affetto e dirgli che ancora una volta ha fatto la scelta giusta per il suo Paese. Da animale politico quale ancora oggi è".