GIOVANNI BALLERINI
Cronaca

Julia Kent presenta ’Temporal’: "La fragilità dell’uomo in note"

La violoncellista di fama mondiale in concerto domenica al Parc per la rassegna Mixitè

Julia Kent: la violoncellista di fama mondiale in concerto a Firenze domenica al Parc

Julia Kent: la violoncellista di fama mondiale in concerto a Firenze domenica al Parc

C’è una poesia e una tensione contemporanea che sprizza nei brani di Julia Kent. La violoncellista canadese, alfiere della scena newyorchese, dopo tante collaborazioni con artisti e band affermate ha da tempo inaugurato anche una proficua carriera da solista. Il prossimo è nel cartellone della rassegna Mixité domenica alle 19 al Parc Performing Arts Research Centre di Firenze (piazzale delle Cascine) per un live in solo, tra note, suggestioni teatrali e cinematografiche.

La Kent ama mettere la sua musica al servizio di altre discipline artistiche e accompagna con successo performance di danza e teatrali e la sua musica è stata utilizzata nelle colonne sonore di vari film, come "This must be the place" di Paolo Sorrentino o "Stories from the sea" di Jola Wiezcorek, che si è aggiudicata il premio per la miglior musica in un film documentario al Max Ophüls Prize Film Festival. Il suo disco più recente, il quinto da solista e secondo sull’etichetta inglese Leaf è ’Temporal’, che ha colpito al cuore gli appassionati di musica ambient e contemporanea strumentale, che hanno gradito questa meditazione sulla natura transitoria dell’esistenza. "Gran parte della musica del disco è stata scritta per opere teatrali e di danza, traendo ispirazione da testi o coreografie a cui reagiva – spiega Kent – ma i brani sembravano venire tutti fuori dal medesimo mondo emotivo ed è stato naturale assemblarli in un album. Quando mi esibisco dal vivo, con la danza o col teatro, sento la fragilità del mondo fisico. Danzatori e attori, chiunque abbia come strumento il proprio corpo, non ha nulla con cui proteggersi dalle leggi della gravità e del tempo. Sono molto forti eppure esposti e soggetti a limiti in modo molto più radicale di altri. Sul palco io ho uno strumento che media per me, loro invece sono nudi".

Giovanni Ballerini