Firenze, 4 gennaio 2025 – “In un locale del centro di Firenze mi hanno detto che non potevo cantare in napoletano”. Lo denuncia il 26enne Pasquale Abbatiello, originario di Benevento e dottorando in diritto amministrativo. L’episodio sarebbe avvenuto durante una serata con karaoke in un locale del centro di Firenze a capodanno.
Abbatiello voleva cantare un brano di Angelo Famao dal titolo «Tu si a fine do munno», il cui testo, tra l'altro, non è tutto in dialetto napoletano.
"Il motivo? Si tratterebbe, mi è stato riferito, di una scelta del proprietario il quale gradirebbe altri tipi di canzoni. Ma forse questo signore non sa che le canzoni napoletane sono tra le più amate e ascoltate in tutto il mondo. O forse lo sa, il che è anche peggio” dice Abbatiello che ricostruisce l’episodio.
“Insieme a un gruppo di amici, decido di trascorrere il Capodanno a Firenze. La sera del 1° gennaio scorso, dietro suggerimento, mi avventuro, per brindare al nuovo anno, in questo locale situato nel centro storico di Firenze. Una volta entrato, scopro che il posto propone il karaoke a tutti i clienti: infatti, si alternano canzoni di tutti i tipi, dai classici italiani, alle canzoni americane, passando per i nuovi generi musicali. Entusiasta di questa proposta, pur non essendo un professionista, ma un semplice appassionato, mi metto in fila e, giunto il mio turno, propongo una canzone napoletana piuttosto nota: il mio intento era, infatti, quello di far partecipare e intrattenere il folto pubblico in sala, che si presentava piuttosto eterogeneo, con la presenza anche di americani e tedeschi. Una volta salito sul palco del locale, inserisco il titolo della canzone sul computer per far partire il karaoke. Ed ecco che l'addetto all'evento, avendo notato dal titolo che si trattava di una canzone in lingua napoletana, mi impedisce di continuare, avvertendomi che non si può cantare in napoletano. A quel punto, chiedo immediatamente spiegazioni e lui risponde che si tratta di una scelta del proprietario del locale, che consente di cantare solo in italiano, francese, inglese e tedesco, ma non anche in napoletano. Quasi come se, in quel locale, proprio il napoletano fosse la lingua 'straniera’. Infastidito dalla risposta, sostengo che si tratta di una scelta palesemente discriminatoria, così lasciando il palco e il locale, seguito dal mio gruppo di amici, che hanno capito nonché condiviso la mia scelta”.
Sulla vicenda interviene anche il sindaco di Benevento, Clemente Mastella: “Depreco questo atto, stupido, razzista e colmo di incultura musicale. 'O sole mio è la canzone italiana più conosciuta al mondo. Questa forma di strisciante razzismo che si inietta pure nei gusti musicali è stupida, preoccupante e velenosa. Temo l'anno scorso abbia colpito anche Geolier che avrebbe meritato una vittoria a Sanremo che gli è stata soffiata ingiustamente”.