Firenze, 15 settembre 2023 - "Non so niente, quel giorno dormivo perché avevo fatto la chemioterapia. Quando ho saputo della s comparsa della bambina anche io mi sono messa con la mamma e gli altri a cercare Kata". Una "storia fra peruviani", ribadisce ancora Lidia Mirciu, la rumena “amministratrice“ dell’occupazione dell’Astor, rispondendo a distanza all’invito che Katherine le ha rivolto in conferenza stampa: "Dica quello che sa, mi aiuti", ha detto la giovane mamma della piccola scomparsa il 10 giugno scorso. Che qualcuno sappia, ma non parli, è convinzione diffusa anche tra gli inquirenti. Di cento e passa occupanti dell’albergo di via Maragliano, quel sabato pomeriggio nessuno ha visto o notato qualcosa di strano.
Kata sparisce dopo le 15.13. L’ultima immagine la ritrae sulle scale esterne dell’immobile. Probabilmente è stata a giocare nella stanza all’ultimo piano dell’amichetta, e se n’è poi uscita da sola. Le telecamere non la inquadrano più. Non inquadrano neanche un esterno che entra. Però, come emerge dall’ultimo sviluppo investigativo, quel pomeriggio due donne escono con altrettanti trolley. "C’erano i miei vestiti, stavo andando da una parente", giura una delle due cugine che l’altro giorno ha ricevuto un avviso di garanzia per il sequestro della piccola.
Su quelle due valigie, e su un borsone con cui è stato visto uscire un occupante rumeno, la procura cercherà il dna di Kata. Lo farà con una consulenza che lunedì prossimo verrà affidata al consulente Ugo Ricci. Seppur l’indagine da più di tre mesi si svolga nel più stretto riserbo, sono giorni scanditi da alcuni appuntamenti. Oggi, il Riesame dovrebbe sciogliere la riserva sulla misura cautelare di zio Abel, indagato per il racket degli affitti e arrestato lo scorso 5 agosto. Sempre oggi, è in programma un super summit investigativo in cui potrebbe essere decisa anche la data del ritorno all’Astor - sequestrato il 17 giugno scorso, in occasione dello sgombero - per cercare nuove tracce della bambina e anche per escludere (pure scavando, se necessario) la sua presenza lì dentro.
Ritorno all’Astor che dovrebbe comunque avvenire, se verrà ritenuto opportuno, dopo un altro sopralluogo. Quello richiesto dai legali dei genitori di Kata, Sharon Matteoni e Filippo Zanasi, che assieme al consulente Luciano Garofano e a mamma Katherine e babbo Miguel Angel Romero Chicllo, torneranno dentro le stanze. In tre di queste, da loro abitate e accessibili anche ai due zii - quello materno Abel, quello paterno Marlon Edgar, pure loro ora indagati per il sequestro della bambina - i carabinieri hanno repertato sui rubinetti della “sostanza ematica“. Il genetista Ricci avrà pure questo compito, cioè di capire cosa sia quella sostanza e se contenga del dna di Kata.
Ma le piste ormai si mescolano, si incrociano, si sovrappongono. E così, anche se quasi incompatibile con gli sviluppi di questa settimana, va avanti anche l’ipotesi Perù legata allo scambio di bambina. Dalla procura di Firenze sono ufficialmente partite le richieste per gli interrogatori di 13 persone, tramite rogatoria.