Firenze, 25 giugno 2023 - L’occupazione dell’Astor non c’è pi ù, ma gli inquirenti continuano a scavare lì, dentro l’immobile tra via Maragliano e via Boccherini che ospitava più di cento persone e molti bambini e dadove, ormai quindici giorni fa, è sparita Kata. E’ festa, a Firenze, ma non si fermano indagini e interrogatori: anche nel giorno di San Giovanni, il pm della Dda Christine Von Borries ha sentito in prima persona e fatto sentire ai carabinieri persone che vivevano all’Astor. Bocche cucite degli inquirenti, ma la sensazione è che si cerchi di squarciare quel velo di omertà, che, per paura o dinamiche interne, sembra ancora aleggiare su questa storia. Perché le telecamere, anche se non hanno prodotto sinora niente di schiacciante, a loro modo parlano lo stesso. Dicono sì, che Kata non è uscita dal cancello principale di via Boccherini, ma al tempo stesso non inquadrano neppure qualche sospetto che penetra, sabato 10 giugno, dentro l’edificio.
Chi ha portato via Kata era già dentro? Se fosse così, l’ipotesi che qualcuno abbia visto un movimento strano, o sentito qualcosa di anomalo, prende corpo. E forse si spiega così l’insistenza dei magistrati nel convocare e riconvocare gli occupanti.
E nei prossimi giorni potrebbe tornare in procura anche la mamma di Kata. nel frattempo, ci sono alcuni punti fermi sul suo pomeriggio di due settimane or sono. Il primo allarme ufficiale alle forze dell’ordine, riferiscono i carabinieri, è delle 18.41. Tra il suo rientro all’Astor, avvenuto intorno alle 15.45, e le prime concrete ricerche della bambina, sarebbe passate circa un’ora. Sono circa le 16.45, infatti, quando il fratellino maggiore rientra dal campo di calcetto e dice alla mamma che Kata non ha seguito il gruppetto di bambini fuori dalla struttura. Le prime ricerche “in proprio“ degli Alvarez-Chicclo si concentrano dentro l’hotel occupato. Ma la loro ispezione stanza per stanza alla ricerca di Kata non dà esito negativo. E’ probabilmente dopo questa azione che la donna inizia a contattare le forze dell’ordine, recandosi anche, secondo quanto riferito dai suoi legali Zanasi e Matteoni, in alcune uffici di polizia (come quello della Fortezza) non attrezzati per ricevere denunce.
Alle 20.30, inizia la verbalizzazione alla stazione dell’Arma di Santa Maria Novella. Queste, e altre ricostruzioni, sono state congelate tramite le celle telefoniche. Sull’aspetto dei telefoni, la procura ha affidato una consulenza tecnica: tra i reperti disponibili c’è l’apparecchio spuntato dal cassonetto di fronte all’albergo e anche alcuni telefoni rinvenuti durante le operazioni di sgombero di sabato 17 giugno. E poi, la visione delle telecamere di Firenze Sicura. Allargata fino a dove serve.