Firenze, 19 giugno 2023 - Il pomeriggio di sabato 10 giugno Kata stava giocando nella camera dell’amichetta dentro l’ex hotel Astor, prima di un litigio per cui le due bambine si dividono. Quella stanza si trova al terzo piano, esattamente accanto all’alloggio dove, la notte tra il 27 e il 28 maggio, l’ecuadoregno “volò” dalla finestra della stanza al terzo piano (affacciata su via Maragliano) in cui viveva con la fidanzata peruviana.
"Volevano mandarmi via da quella stanza perché io non pagavo", ha detto lo scorso 31 maggio al pm Christine Von Borries (dieci giorni prima della scomparsa di Kata) l’ecuadoregno, in un verbale di sommarie informazioni che è anche una querela. Ora, si apprende che per quell’episodio ci sono degli indagati. L’ecuadoregno ha fatto dei nomi agli inquirenti. Uno è quello di Carlos, il referente dell’occupazione per quanto riguarda i sudamericani. Ma, armati di mazze da baseball, ci sarebbero state molte altre persone, alcune esterne all’Astor. Una banda pronta a entrare in azione alla bisogna, secondo “radio Astor", per regolare le questione legata all’ormai noto racket degli affitti.
Dopo il suo rientro dall’ospedale, l’ecuadoregno è tornato all’Astor. E sabato pomeriggio, quando la mamma si è accorta della scomparsa della bambina, alcuni componenti della famiglia di Kata gli sarebbero piombati in camera per una “perquisizione“ perché convinti che avesse preso lui la piccina. Ma ora, nella ricostruzione di quel sabato ancora in gran parte avvolto nella nebbia, arriva una nuova telecamera. E’ stata individuata ieri, nell’ambito della maxi perlustrazione dei reparti speciali dei carabinieri all’Astor. E’ di una ditta di via Monteverdi, confinante con il cortile dell’Astor, quel cortile dove secondo un paio di testimoni un adulto ha afferrato la bambina. In quel punto il muro è molto alto, ma sotto c’era un cumulo di rifiuti che avrebbe potuto rendere più agevole lo scavalcamento.
Il rapitore (o i rapitori) sono scappati da lì? Quella telecamera ha ripreso qualcosa? A più di una settimana dalla scomparsa della bambina, potrebbe essere un elemento chiave per la soluzione di un giallo che assomiglia sempre più a un rompicapo. Ieri, con l’immobile libero dopo lo sgombero, i carabinieri sono tornati in forze ad ispezionare ogni anfratto, dove era stato possibile guardare soltanto sommariamente quando l’hotel era occupato da più di cento persone di cui molti bambini. Gli ultimi approfondimenti si faranno oggi. L’obiettivo è escludere, con risposte tecnologiche e scientifiche, che la bambina non sia più là dentro.