Kata, concessi domiciliari allo zio Abel e Carlos

Abel Alvarez Vasquez e Carlos Palomino, indagati per la scomparsa di Kata, sono stati concessi i domiciliari. Le indagini sull'ex hotel Astor sono concluse, mentre la posizione dei tre indagati per la scomparsa della bambina è destinata all'archiviazione.

È uscito dal carcere Abel Alvarez Vasquez, lo zio di Kata. Dopo circa quattro mesi di reclusione a Sollicciano, il gip Angelo Antonio Pezzuti ha concesso i domiciliari – che sconterà in una casa del Comune di Firenze – a lui e, la scorsa settimana, a Carlos Palomino, considerato il ’ras’ dell’Astor. Abel, detto Dominique, 29 anni, è tra gli indagati per la scomparsa della bambina, avvenuta ormai sei mesi fa, il 10 giugno, in un sabato pomeriggio che ha segnato Firenze. E insieme ad altri tre connazionali, tra cui Carlos, è accusato per il cosiddetto racket delle stanze nell’hotel Astor. Entrambi sono difesi dall’avvocata Elisa Baldocci, che già a fine estate era riuscita ad ottenere i domiciliari per gli altri due arrestati sempre per il racket delle stanze nell’ex albergo.

Tutti e quattro gli occupanti peruviani sono accusati a vario titolo di estorsione, tentata estorsione, rapina, e tentato omicidio per i fatti del 28 maggio scorso: quando un occupante per sfuggire a una loro spedizione punitiva, si gettò da una finestra. Negli atti della procura di Firenze, veniva anche messo in luce il clima di terrore all’interno dell’ex hotel di via Maragliano: Carlos pretendeva di dare "indicazioni agli altri occupanti", come "una sorte di presidente della comunità peruviana", si legge. E nel suo ’braccio armato’ il grado più alto era proprio quello di Abel, che insieme a ’Carloncho’ "spadroneggiava, imponendo dazioni di denaro per accedere ai vani dell’ex albergo occupato", reagendo "violentemente in caso di eventuali insubordinazioni".

Nel frattempo, il pubblico ministero Christine Von Borries ha chiuso le indagini sul racket delle camere e l’Astor non è più sotto sequestro. I pm fiorentini a fine ottobre hanno anche concluso le rogatorie col Perù ascoltando in videoconferenza 14 persone, e recentemente sono stati eseguiti nuovi interrogatoti. Mentre la posizione dei tre, indagati perché ripresi con borsoni e trolley fuori dall’Astor in momenti compatibili con la scomparsa di Kata, sarebbe destinata all’archiviazione.

P.M.