STEFANO BROGIONI
Cronaca

Kata, si riaccende l’inchiesta: i due zii convocati in procura, c’è una pista privilegiata

Interrogatori a sorpresa per gli indagati. Abel torchiato direttamente dal procuratore capo. Sentite come testimoni anche la moglie e sua sorella Katherine, mamma della bimba scomparsa

Kataleya Mia Alvarez Chicllo, per tutti Kata, è scomparsa il 10 giugno 2023

Kataleya Mia Alvarez Chicllo, per tutti Kata, è scomparsa il 10 giugno 2023

Firenze, 25 febbraio 2025 - Una convocazione a sorpresa in procura dei due zii indagati, e di altri componenti della famiglia di Kata, riaccende l’inchiesta sulla sorte della bimba peruviana scomparsa dall’hotel Astor di via Maragliano il 10 giugno del 2023. Potrebbe esserci un’accelerata su una delle piste battute dalla procura, a giudicare dalla segretezza con cui sono stati compiuti gli interrogatori e dal tenore degli stessi. A condurli, direttamente il procuratore capo Filippo Spiezia, assieme alla titolare del fascicolo Christine Von Borries. Convocazioni che sono scattate nel tardo pomeriggio di mercoledì. Un modo per passare inosservati, e che ha sorpreso - ma forse era l’intento degli inquirenti - anche i diretti interessati.

All’ottavo piano della procura sono saliti, con i rispettivi difensori, i due zii, quello materno Abel Argenis Alvarez Vasquez, e quello paterno, Marlon Chicclo.

L’interrogatorio di Abel, che oltre a essere indagato per la scomparsa della nipotina è anche imputato nel procedimento del cosiddetto “racket delle stanze“, è stato condotto dal procuratore capo in persona, mentre il sostituto procuratore Von Borries ha sentito l’altro indagato, Marlon, e, come testimone, anche la moglie di Abel, Jarumi. A tarda sera, senza farla incrociare con gli altri convocati, in procura sarebbe stata chiamata anche Katherine, la mamma della bimba.

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Ma su cosa si sono concentrati gli interrogatori? Bocche cucite nell’entourage familiare, che vive con sconcerto questa fase investigativa che pone comunque al centro di ciò che si sarebbe consumato all’Astor due persone molto vicine alla bambina. Ma un’idea più precisa, adesso, gli investigatori sembrano averla. Trapela, ad esempio, che i magistrati si sono dedicati soprattutto a ricostruire la giornata del sabato, quando Kata, in assenza della mamma per lavoro, era stata affidata ai due zii, presenti nell’hotel occupato come il nonno paterno, Adelfo.

“Le ho lanciato una lattina di coca cola dal terrazzo su un materasso che era nel cortile: quello è stato l’ultimo momento in cui ho visto Kata”: così parlò Marlon ai carabinieri in un verbale confluito nel procedimento del racket. Secondo la sua prima (ma piuttosto confusa) versione, il fratello minore di Miguel (il babbo di Kata che oggi è in carcere, come lo era quel 10 giugno 2023), vede per l’ultima volta la nipotina alle 13.30. Poi, la crede dall’amichetta, quella bimba che le somiglia a tal punto da far ipotizzare, tra le tante strade, anche quella dello scambio legato al rapporto burrascoso di sua mamma con un rumeno.

E Abel? Per lui, Kata stava giocando nella stanza dell’altro zio. E non si sarebbe allarmato fino a quando sua sorella, rientrando dopo il lavoro, gli chiede dove sia la bambina.

Il buco che gli inquirenti devono riempire è quello tra l’ultima immagine di Kata che scende le scale esterne, ripresa da una telecamera di fronte alle 15.11 circa, e le 15.45, quando Katherine rientra da lavoro. Un buco che diventa una voragine se si pensa che, nonostante la buona presenza di telecamere intorno all’hotel occupato, nessuna di queste riprende Kata o chi l’avrebbe, in qualche modo, condotta fuori. A breve, potrebbero scadere i termini dell’inchiesta. Ma con quest’ultima “svolta“, la procura potrebbe prendersi altro tempo con una proroga.