Firenze, 13 settembre 2023 – Macchie di sangue, trolley e borsoni, buchi nelle ricostruzioni di quel pomeriggio di sabato 10 giugno. Si torna all’Astor, in tutti i sensi, per dipanare il giallo della scomparsa di Kata. Tre mesi dopo la misteriosa sparizione della bimba peruviana di cinque anni dall’hotel occupato di via Maragliano, ecco i primi indagati. Due sono suoi parenti stretti, strettissimi: gli zii. Sia Abel Argenis Alvarez Vasquez, 29 anni, per tutti Dominique, fratello di mamma Katherine, che Edgar Marlon Chicclo Romero, 19 anni fra qualche giorno, fratello minore di babbo Miguel Angel, si sono divisi, quel giorno, nell’accudire la bimba.
Dopo la ritorsione legata al racket o lo scambio di persona per vendetta di una partita di droga, gli ultimi sviluppi suggeriscono un’altra lettura: e cioè che a Kata sia successo qualcosa, nei suoi ultimi attimi dentro l’Astor. Perché già dal sopralluogo dei carabinieri del giorno successivo alla denuncia, dai rubinetti di tre stanze (la 104, la 201 e la 203), alloggi di Kata e dei suoi parenti, sono state isolate dalla scientifica tracce di una sostanza, forse sangue.
Non solo. Dalla visione quasi ossessiva di centinaia di telecamere, quella puntata sull’uscita lato via Boccherini, ha ripreso, nella giornata del 10 giugno, tre persone che uscivano dall’edificio con trolley o borsoni, abbastanza grandi da poter contenere la bambina. I “proprietari“ di queste valigie, che sono state sequestrate nel giorno dello sgombero (sabato 17 giugno), sono stati anch’essi raggiunti dagli avvisi di garanzia (per sequestro di persona) che i pm della Dda di Firenze hanno fatto partire ieri mattina. Si tratta di due donne peruviane e di un rumeno, tutti ex occupanti dell’hotel. Lunedì prossimo, il pm Christine Von Borries affiderà a uno dei massimi esperti della materia, il dottor Ugo Ricci, la ricerca del dna di Kata sui rubinetti e su questi bagagli. La ricerca genetica è il primo passo di una possibile ricostruzione di cosa sia successo il 10 giugno. E la presenza di cinque indagati non significa che tutti i possibili ’sospetti’ abbiano avuto un ruolo in questa torbida vicenda.
Ma tracce della bambina saranno nuovamente cercate anche dentro e fuori dall’immobile. Con un nuovo accesso, in programma a brevissimo, verranno effettuate operazioni ancora più invasive delle precedenti per verificare se esistano altri elementi utili alla ricostruzione degli ultimi passaggi di Kata e anche per escludere al 100% la sua presenza lì dentro.
Nel frattempo, alla foresteria Pertini, dove gran parte degli ex occupanti dell’Astor sono stati trasferiti a seguito dello sgombero del 17 giugno, le bocche restano cucite. I bambini giocano sereni, c’è chi entra e chi esce, la vista scorre lenta. E la sparizione della piccola Kata sembra già un ricordo lontano. "I carabinieri ci hanno detto di non parlare", tuona una delle donne peruviane che incuriosita si affaccia dai cancelli della struttura. "Noi non sappiamo niente, non so chi è coinvolto e siamo estranei alla sparizione della bambina", confessa una mamma mentre spinge il passeggi no.
Sono circa sessanta gli ospiti presenti nella struttura del Comune, e quasi tutti, svela uno degli operatori, si sono "ambientati e non creano nessun disagio per il quartiere". Quanto allo zio paterno di Kata, il fratello di Miguel: "Vive qui – spiega l’operatore –, e per il momento non abbiamo ricevuto nessuna comunicazione di un trasferimento". Il 30 agosto avrebbe dovuto terminare l’accoglienza cuscinetto degli ex occupanti di via Maragliano, ma il Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica riunitosi in prefettura, di concerto con le istituzioni, tra cui Palazzo Vecchio, ha deciso di prorogare l’assistenza verso le famiglie, a nuova data. Si parla del 23 settembre e potrebbe non essere un giorno facile da gestire.