Un appello pubblico per Kata, la bimba peruviana di 5 anni scomparsa a il 10 giugno scorso. È l’iniziativa che si svolgerà oggi alle 18.30 allo stadio Franchi, in occasione della partita Fiorentina-Lecce. Dietro la mossa per non far spegnere i riflettori sulla scomparsa c’è Penelope, associazione di famiglie e amici di persone scomparse. Proprio Penelope sottolinea in una nota come "la dirigenza della Fiorentina ha risposto con uno straordinario atto di solidarietà e di sensibilità, alla proposta di divulgare l’immagine della piccola Kataleya Alvarez sui tabelloni, ai margini del campo di calcio, dello stadio Franchi". Oggi saranno 78 giorni dalla scomparsa di questa bambina di 5 anni. "I suoi grandissimi occhi neri – scrivono da Penelpole – sempre sorridenti, non possono essersi persi nel buio più cupo e la sua voce non può essere diventata un silenzio assordante. Portare l’immagine di Kataleya allo stadio di Firenze, è per l’associazione Penelope un atto dovuto. Rappresenta la richiesta alla società civile, alla città di Firenze, ai tifosi, ai calciatori della Fiorentina e del Lecce, di scendere in campo, tutti uniti, per non dimenticare Kataleya. Sollevando un unico coro, come solo le tifoserie sanno fare: ‘Restituite Kataleya".
L’associazione nella nota ringrazia "per il fondamentale e continuo sostegno il prefetto Maria Luisa Pellizzari, commissario straordinario di governo per le persone scomparse, l’autorità giudiziaria, la questura di Firenze, la dirigenza della Fiorentina, le forze dell’ordine e il Comune di Firenze". Intanto non si fermano le ricerche della piccola Kata che proseguonoa parallele all’inchiesta sul racket nelle stanze dell’ex Astor. Nei giorni scorsi, per quest’ultimo filone, il gip ha confermato la custodia in carcere per lo zio di Kata, Abel Alvarez Vasquez. Restano così in carcere tre dei quattro indagati: oltre a zio Abel, anche Carlos De La Colina Palomino, il “dueno“ (proprietario) dell’albergo, definito ’il responsabile per i peruviani’ e Nicolas Eduardo Lenes Aucacusi, ritenuto uno dei partecipanti all’aggressione del 28 maggio sfociata nel tentato omicidio dell’occupante ecuadoriano Santiago Manuel Medina, gettatosi dalla finestra della sua stanza al secondo piano per sfuggire a una spedizione punitiva che avrebbe avuto l’obiettivo di cacciarlo dall’ex hotel.