Firenze, 27 giugno 2023 – “Nella zona si sentono spesso gli schiamazzi dei bambini che giocano, ma quel grido dava proprio l’impressione di essere ‘strappato’”.
Esordisce così Marco Manzi, il proprietario della pizzeria Giotto, che si trova all’angolo tra via Monteverdi e via Veracini, a pochi metri di distanza dall’ex hotel Astor, da dove diciassette giorni fa è scomparsa la piccola Kata. Nel video della telecamera di sorveglianza del locale, datato 10 giugno e finito al vaglio degli inquirenti, si sentono le grida di un bimbo e poi il tonfo di una portiera che si chiude. L’orario coincide con quello della sparizione di Kata.
A insospettire il ristoratore è stato anche ciò che è avvenuto negli istanti successivi. "Dopo le urla e il tonfo della portiera non si sente più nulla, cala un silenzio innaturale, che fa rabbrividire”, aggiunge. L’audio potrebbe portare nuovi elementi al caso, anche se non è ancora chiara la natura del grido (è di dolore? è di un bambino o una bambina? da dove proviene precisamente?).
Ripercorrendo l’isolato che costeggia l’Astor saltano all’occhio molte telecamere di abitazioni private. La procura di Firenze giorni fa ha adottato un approccio frontale, e ha deciso che per trovare la bambina peruviana saranno acquisite le immagini di tutte le telecamere della città.
Quelle che si trovano sul possibile percorso fatto dai rapinatori di Kata, secondo quanto raccolto dalla Nazione, hanno poco angolo di ripresa, in quanto si tratta di apparecchiature per lo più per uso domestico.
Nessun riscontro è emerso anche dalle due telecamere del ristorante che si trova a pochi metri dalla pizzeria Giotto, in via Veracini. Il raggio di ripresa, svela il proprietario, è limitato all’entrata del locale, e non ci sono audio disponibili delle immagini riprese.