Firenze, 1 luglio 2023 – Il luminol non ha evidenziato tracce di sangue di Kata nel fondo cortile della ditta edile, vicinissima all’ex Astor, dove i Carabinieri hanno effettuato un sopralluogo, giovedì.
"Non sono stati trovati elementi riconducibili alla bambina". Così il procuratore aggiunto Luca Tescaroli sintetizza il senza esito dell’accertamento – su decreto di perquisizione emesso dalla procura – ad alcuni box e nel cortile di un edificio che appunto non fanno parte del ‘corpo’ dell’ex albergo, ma sono adiacenti. E collegati alla struttura alberghiera dismessa.
Nessun’altra specifica sul legale rappresentante della ditta e il fratello, italiani ("non indagati" hanno precisato gli inquirenti) né sul vero, o ipotetico ’terzo uomo’, non ci sono precisazioni, che una telecamera installata davanti al fondo commerciale riprende al suo arrivo in motorino davanti al cortile. Le immagini di quest’uomo – identificato – che scende dal motorino rimandano in sequenza a un furgone aperto. E a un sonoro: il rumore di portellone del furgone che si chiude. Il sospetto,che Kata possa essere stata portata via cosi. L’ipotetica via di fuga di chi ha preso la bambina, 5 anni, è stata subito vagliata. Indagine aperta per sequestro di persona a scopo di estorsione. Legata forse al racket degli affitti. Ma non sarebbero arrivate richieste di riscatto. Comunque una vendetta cruenta, terribile nei confronti del padre e della madre della bambina. O di uno solo di loro, con l’altro genitore vittima ’collaterale’.
Non ci sono indagati. Non tanto nell’accezione più conosciuta, quella degli avvisi di garanzia, né – assicurano fonti investigative – persone iscritte nel registro degli indagati. Il nominativo – recita la procedura penale – va iscritto quando, contestualmente all’iscrizione della notizia di reato o più avanti, risultino indizi a carico di un soggetto. Senza comunicazione all’interessato. L’informazione di garanzia è notificata solo per un’attività alla quale può partecipare anche l’indagato. Si continua ufficialmente a puntare sulla compravendita di stanze, cedute, affittate sotto la minaccia di atti di violenza. E con la drammatica piega che ha preso la situazione – se davvero così dovessero stare le cose – è comprensibile che testimoni e potenziali testimoni abbiano timori per la loro incolumità. E a tre settimane esatte dal sequestro restano "incongruenze" in alcune versioni delle persone coinvolte.
“Confido che qualche elemento in più possa portare sulla pista giusta. E’ legittimo e doveroso mantenere accesa la speranza" ha detto giovedì sera il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi in tv. E sulle occupazioni abusive: "Forte della mia esperienza da prefetto, tra le prime direttive che ho emanato c’è quella di non tollerare alcuna ulteriore occupazione abusiva: poi in questi luoghi c’è un radicamento che rende tutto più difficile. I racket sfruttano le situazioni utilizzano come scudi persone vulnerabili". Come Kata.